Roma, 15 nov - “La politica ha meno dell’opinione pubblica la consapevolezza di quanto la violenza sia un problema molto importante, e una ferita che segna la convivenza e quindi è una cosa sentita come una questione molto rilevante dai cittadini. C'è uno scarto tra la comunicazione politica e l'opinione pubblica. E poi emerge che soprattutto la questione è trattata dalle donne: non va bene perché sappiamo che la violenza è una questione maschile. E poi emerge che non c'è approfondimento: questo è un altro dei temi. Credo che sia una inchiesta molto importante, perché parlare correttamente di violenza è già una prima forma di contrasto della violenza”. Così Cecilia D’Elia, vicepresidente della Commissione Femminicidio, in occasione della presentazione in Senato di un report di ActionAid e Osservatorio di Pavia sulla comunicazione politica sulla violenza di genere. Al netto di un lavoro congiunto importante in Parlamento di maggioranza e opposizione, secondo D’Elia c’è però ancora una differenza di visione tra i due schieramenti politico. “Abbiamo lavorato insieme a molte leggi importanti, l’ultima la 168 l'anno scorso, che sono tutte leggi che intervengono soprattutto sull'ambito penale, e anche sulle misure cautelari e per la prevenzione secondaria. Manca un confronto vero e bipartisan sulla questione dell'educazione: non riusciamo a discutere nonostante un impegno preso l'educazione affettiva nelle scuole e anche sulla formazione dovremmo fare di più. Io penso che su questo forse c'è ancora una sensibilità diversa”. A che punto è, invece, la comunicazione dei media sul tema? “o credo che l'anno scorso attorno al femminicidio di Giulia Cecchettin ci sia stato un salto di consapevolezza, grazie alla sorella, al papà: il fatto che noi abbiamo parlato della cultura che produce lo stupro. Troppo spesso quello che vedo anche nella comunicazione, il parlarne come cronaca, desessualizzare la questione e magari con un po’ di solidarietà nei confronti delle crisi di questi uomini, mi fa pensare che c'è ancora tanto lavoro da fare”.
(PO / Sis)
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