In Italia il Pil crescerà dello 0,7% nel 2024: lo prevedono le previsioni della Commissione Europea, rivedendo in ribasso la crescita rispetto alle stime di primavera (pari allo 0,9%), mentre l’attività economica si espanderà dell’1% e dell’1,2% rispettivamente nel 2025 e nel 2026. Le previsioni autunnali degli esperti di Bruxelles prevedono una crescita del Pil nel 2024 pari allo 0,9% nell’Ue e allo 0,8% nella zona euro. Per l’Ue si tratta di 0,1 punti percentuali in calo rispetto alla primavera, mentre il dato è invariato per l’area euro. Si prevede inolte che la crescita nell’Ue raggiunga l’1,5% nel 2025, poiché i consumi stanno cambiando marcia e gli investimenti sono destinati a riprendersi dalla contrazione del 2024. Nel 2026, si prevede che l’attività economica si espanderà dell’1,8%. La crescita nell’area euro dovrebbe seguire dinamiche simili e raggiungere l’1,3% nel 2025 e l’1,6% nel 2026. Il processo disinflazionistico iniziato verso la fine del 2022 è continuato durante l’estate. Nonostante una leggera ripresa nel mese di ottobre, in gran parte guidata dai prezzi dell’energia - si legge nelle previsioni - l’inflazione complessiva nell’area dell’euro dovrebbe più che dimezzarsi nel 2024, dal 5,4% nel 2023 al 2,4%, prima di scendere più gradualmente al 2,1% nel 2025 e all’1,9 % nel 2026. Nell’Ue, il processo di disinflazione sarà ancora più accentuato nel 2024, con un’inflazione complessiva scendendo al 2,6%, dal 6,4% nel 2023, e per continuare a rallentare al 2,4% nel 2025 e al 2,0% nel 2026. Per il futuro, secondo la Commissione, le prospettive economiche dell’Ue rimangono "altamente incerte, con rischi in gran parte orientati al ribasso. La lunga guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina e l’intensificarsi del conflitto in Medio Oriente alimentano i rischi geopolitici e la continua vulnerabilità della sicurezza energetica europea. Un ulteriore aumento delle misure protezionistiche da parte dei partner commerciali potrebbe pesare sul commercio globale, con un impatto negativo sull’economia altamente aperta dell’Ue. La bassa crescita della produttività può rendere sempre più difficile per le imprese sostenere la crescita dei salari, portandole a ridurre la manodopera o a trasferire l’aumento dei costi sui consumatori. Inoltre, i ritardi nell’attuazione del Dispositivo per la ripresa e la resilienza o una politica fiscale più restrittiva nel 2026 con l’attuazione degli Implementation of the Stability and Growth Pact under exceptional times (Mtsp) potrebbero ulteriormente frenare l’attività economica. Infine, le recenti inondazioni in Spagna illustrano ancora una volta le drammatiche conseguenze che la crescente frequenza e portata dei pericoli naturali possono avere non solo per le persone colpite e il loro habitat, ma anche per l’economia". "La crescita nell'Ue sta gradualmente riprendendo, grazie al calo dell'inflazione, alla disoccupazione ai minimi storici e alla ripresa dei consumi e degli investimenti. Tuttavia, sfide strutturali e rischi geopolitici incombono. Rafforzare la nostra competitività e sicurezza sarà essenziale per rilanciare la crescita potenziale e superare le incertezze globali" afferma Paolo Gentiloni, commissario agli Affari economici. (Roc)