Senza la garanzia della reciprocità delle regole l’accordo Mercosur non può essere sottoscritto, poiché causerebbe gravissimi danni all’agroalimentare italiano ed europeo, con potenziali rischi anche per la salute dei consumatori. A lanciare l’allarme sono Coldiretti e Filiera Italia alla vigilia del G20 di Rio de Janeiro di domani, lunedì 18 novembre, nel corso del quale è attesa la discussione sul protocollo di libero scambio tra l’Unione Europea e i paesi sudamericani. L’attuale formulazione dell’intesa non considera, infatti – rilevano Coldiretti e Filiera Italia –, un aspetto fondamentale come le differenze degli standard produttivi. Nell’area Mercosur, vigono regole molto meno stringenti rispetto a quelle europee sull’uso di sostanze chimiche e tecniche di produzione. Basti pensare al fatto che il Brasile negli ultimi venti anni ha quadruplicato l’uso di pesticidi. Si tratta peraltro di sostanze che usano principi attivi spesso vietati nell’Unione Europea. Un’ulteriore criticità riguarda gli allevamenti, dove si fa uso di antibiotici e altre sostanze usate come promotori della crescita, una pratica proibita in Europa dal 2006. Il tutto senza riuscire a garantire adeguatamente una completa tracciabilità che garantisca solo prodotti “hormon free” verso l’Europa. Senza dimenticare che nell’ultimo anno il Rasff, il sistema di allerta rapido dell’Ue ha rilevato oltre duecento casi di allarmi per cibo proveniente da Paesi Mercosur con residui di pesticidi, sostanze tossiche e batteri. Ma a pesare sono anche le accuse ad alcune filiere sudamericane di sfruttamento del lavoro, come nel caso delle banane del Brasile o delle fragole in Argentina. Le imprese italiane si ritroverebbero dunque – spiegano Coldiretti e Filiera Italia – ad essere penalizzate da una concorrenza sleale, con una corsa al ribasso dei costi, rispetto a quelle Mercosur, con molti meno vincoli dal punto di vista della tutela e dei diritti dei lavoratori e dell’ambiente. Secondo alcune stime, l’entrata in vigore dell’accordo Ue-Mercosur potrebbe contribuire alla deforestazione di 1,35 milioni di ettari di foreste, mettendo a rischio uno degli ecosistemi più preziosi del pianeta. Assolutamente fuorvianti anche le tesi sostenute da quelle associazioni industriali che dicono che con l’accordo Mercosur si aprirebbe tale mercato ai nostri prodotti trasformati. Basta leggere il documento per capire che nessuna apertura sostanziale viene concessa in termini di barriere non tariffarie sanitarie e veterinarie alla Ue e che pertanto tutti gli ostacoli strumentali nei confronti dei nostri prodotti trasformati sono e rimangono inalterati. Né viene assicurata una tutela completa alle produzioni agroalimentari di qualità, considerato che il Sudamerica rappresenta un fiorente mercato del cibo Made in Italy “tarocco”. Coldiretti e Filiera Italia non sono contrari agli accordi di libero scambio a patto però che questi garantiscano una parità nelle condizioni di partenza tra i rispettivi tessuti produttivi, aspetto che nell’attuale accordo non viene preso in considerazione. (17 nov-red)