Dopo la decisione di Biden di autorizzare l’uso dei missili a lunga gittata per colpire il territorio russo, ci si interroga sulle mosse di Mosca. La Russia ha infatti più volte affermato che avrebbe considerato qualsiasi decisione americana in questa direzione come una “grande escalation”. A settembre, Vladimir Putin aveva avvertito l'Occidente che la Federazione potrebbe usare armi nucleari se colpita da missili convenzionali e che Mosca avrebbe considerato qualsiasi assalto sostenuto da una potenza nucleare come un attacco congiunto.
Da parte sua, Zelensky ha accolto con cautela le notizia provenienti da Washington accontentandosi di sottolineare che queste armi “parleranno da sole”.
Non è escluso che, sulla scia di quanto deciso da Washington, anche i più stretti alleati occidentali dell’Ucraina diano adesso il via libera all’uso delle loro armi a lungo raggio sul territorio russo. Del resto, il presidente francese, Emmanuel Macron, già a fine maggio si era detto favorevole a un tale passo. “Dobbiamo permettere agli ucraini - aveva affermato l’inquilino dell’Eliseo - di neutralizzare le postazioni militari da cui vengono lanciati i missili, le postazioni militari da cui viene attaccata l'Ucraina”. “Ma - aveva anche aggiunto - non dobbiamo permettere che vengano colpiti altri obiettivi in Russia, e ovviamente infrastrutture civili”. (18 nov - deg)
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