di Paolo Pagliaro
Nel 2023 i team di Medici senza Frontiere hanno assistito nel mondo oltre 62.000 persone vittime di violenza sessuale, prevalentemente donne, registrando un aumento di 22 000 casi rispetto all'anno precedente. Lo stupro e altre forme di violenza sessuale sono spesso diffuse nelle guerre per umiliare, punire, infliggere paura. Possono anche essere usati per premiare o remunerare i combattenti, per motivare le truppe. Ma sono vittime di violenza sessuale anche molte persone che vivono in contesti stabili, come quello italiano. In questi casi, i colpevoli sono spesso conoscenti o familiari.
E’ di loro e in particolare delle loro parole rivelatrici - se solo sapessimo ascoltarle - che si occupa “Lo stile dell’abuso”, libro di Raffaella Scarpa pubblicato da Treccani. A partire da esempi concreti, raccolti sul campo in molti anni di lavoro, Scarpa- che insegna Linguistica medica e clinica all’Università di Torino - spiega come l’abuso domestico sia un sistema coerente e stabile di condotte volte all’assoggettamento della donna, e non sia mai frutto di un raptus, come spesso si scrive. La violenza non ha bisogno di essere aggressiva , agisce sottotraccia, spesso “la violenza è mite”, come diceva Pasolini.
Oggi, giornata contro la violenza sulle donne, Medici senza Frontiere è tornato a ricordare che le prime 72 ore dopo uno stupro sono cruciali per prevenire la trasmissione dell’HIV, le malattie sessualmente trasmissibili e le gravidanze indesiderate, oltre per essere vaccinate contro il tetano e l'epatite B. Ma chiedere aiuto resta ancora un tabu, anche nella civilissima Italia.