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Consenso e molestie sul lavoro, M5s: Italia adegui norme

Roma, 26 nov - La vicenda giudiziaria di Barbara D’Astolto, giovane hostess che nel 2018 aveva denunciato per abusi un sindacalista cui si era rivolta per una vertenza, non è ancora finita: l’uomo è stato assolto perché, secondo i giudici, la reazione di rifiuto della donna è avvenuta non subito “ma dopo 20-30 secondi”, e ora la parola spetta alla Cassazione. Quello che è certo però, e di cui secondo la deputata del Movimento 5 Stelle Valentina Barzotti, “non se ne parla mai abbastanza” è che “abbiamo un 13,5% delle donne che denunciano molestie e violenze sui luoghi di lavoro. È importante parlarne, ma è anche importante trovare la forma migliore per dare prospettiva di genere nell'ambito della salute e della sicurezza del lavoro, perché è da quest'ambito che bisogna partire, dalla prevenzione fino a poi arrivare, se necessario, alla tutela penale”. Il caso D’Astolto, ricorda Stefania Ascari di M5S, “ha sollevato un dibattito anche a livello parlamentare per modificare la norma contenuta nell'articolo 609 bis in tema di violenza sessuale. Soprattutto per adeguarla alle norme sovranazionali, alla Convenzione di Istanbul, alle norme Cedu e soprattutto al comitato Cedaw per cui l'Italia è già stata sanzionata”. Occorre finalmente “dare una definizione chiara di consenso, evitare altre sentenze di questo tipo, ovviamente, che lasciano spazio a ulteriori discrezionalità”. Ma è importante, aggiunge Barzotti, anche la formazione su questo settore “perché ad esempio nel caso che abbiamo portato oggi si è trattato di freezing: i la persona è rimasta bloccata per la paura di reagire. Questo è previsto anche dalle linee guida dell'Inail e quindi è per questo che bisogna andare a intervenire anche sulla salute e la sicurezza sul luogo di lavoro.
(PO / SIS)

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