Kampala - “Abbiamo camminato per una settimana intera, attraversando strade disseminate di corpi senza vita. Il rumore degli spari ci obbligava a nasconderci, a proteggere i nostri figli, sperando solo di arrivare vivi”. Queste sono le parole di Teresa Ngongi, una madre sudsudanese che ha trovato rifugio in Uganda dopo un viaggio straziante. Nella Giornata internazionale del migrante, promossa dalle Nazioni Unite, “il nostro compito, qui in Italia, è dare voce a storie come quella di Teresa per accendere i riflettori su un fenomeno spesso ignorato: la migrazione interna al continente africano” afferma Guglielmo Micucci, direttore di Amref Italia. Nel Rhino Camp, dove vive, Teresa Ngongi è una delle tante donne che trovano speranza e cure grazie al centro sanitario Ofua 6, gestito da Amref nell’ambito del progetto SCOREP+, finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo. Un’altra storia di resilienza è quella di Nema Tabu, 35 anni, migrante sudsudanese e volontaria sanitaria presso il Rhino Camp. Arrivata in Uganda nel 2016, Nema è stata scelta dai leader della comunità come membro del Village Health Team (VHT), un ruolo cruciale per garantire assistenza sanitaria sul territorio. Grazie alla formazione ricevuta da Amref, Nema fornisce vaccini, supporto per le cure prenatali e monitora malattie come malaria e polmonite nei bambini sotto i cinque anni. Amref Health Africa - la più grande ong sanitaria operante nel continente dal 1957 - con il progetto SCOREP+ ha trasformato il centro sanitario “Ofua 6” in un punto di riferimento per oltre 20.000 persone. I risultati sono tangibili: più di 5.000 pazienti hanno ricevuto cure nell’ultimo trimestre, 300 donne hanno beneficiato di cure prenatali, 200 bambini sono stati vaccinati, e 20 operatori sanitari comunitari sono stati formati, rafforzando l’assistenza sul territorio. (9colonne)
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