È andata in scena ieri la conferenza stampa di fine anno del presidente russo Vladimir Putin. Come di consueto, si è trattato di un vero e proprio “one men show” in diretta televisiva e web nel quale, per quattro ore e mezza, il leader del Cremlino ha riproposto la sua narrativa su numerosi argomenti, dalla caduta del regime di Bashar Al-Assad in Siria all'economia russa, senza ovviamente tralasciare la guerra in Ucraina. A questo proposito, il presidente russo ha affermato che avrebbe dovuto “decidere prima di quanto effettivamente fatto di lanciare una ‘operazione speciale’”. Ha anche nuovamente tessuto gli elogi della sua “nuova arma”, il missile ipersonico Orechnik, asserendo che “non c’è alcuna possibilità di abbatterlo”. Putin ha in ogni caso ammesso di non poter dare una data precisa sulla “cacciata delle forze armate ucraine” dalla regione di Kursk. Il presidente russo ha quindi dichiarato che, a suo dire, non ci sono le “precondizioni” per avviare i negoziati di pace con l’Ucraina. affermando ancora una volta che “Mosca non ha mai rifiutato i negoziati. Parleremo con tutti – ha detto – ma firmeremo solo con coloro che sono considerati legittimi”. Putin ha infatti argomentato a più riprese che Zelensky non sarebbe più de jure il presidente dell’Ucraina in quanto il suo mandato sarebbe scaduto da tempo senza l’indizione di nuove elezioni. “Ora – ha detto il leader del Cremlino - secondo la Costituzione ucraina, solo la Verkhovna Rada è legittima”. Dunque, “Finché l’Ucraina manterrà un presidente illegittimo, tutte le altre autorità diventeranno complici dei suoi crimini”.
Putin ha comunque dichiarato la propria disponibilità a incontrare il presidente americano eletto Donald Trump, il quale ha ripetutamente ribadito l’intenzione di porre al più presto termine al conflitto. “Non so quando, non gli parlo da più di quattro anni – ha detto il leader russo -. Sono pronto a farlo, ovviamente. In qualsiasi momento”. A proposito del piano di pace in Ucraina che il tycoon ha promesso di varare per “chiudere la guerra in ventiquattr'ore”, Putin si è limitato a commentare che “La politica è l’arte del compromesso, e la Russia è sempre pronta al confronto” a patto che “anche l’altra parte sia pronta sia ai negoziati che ai compromessi”. (20 DIC - DEG)
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