Papa Francesco ha aperto questa mattina la Porta Santa della chiesa del Padre Nostro della casa circondariale di Rebibbia, a Roma. Accompagnato dal vescovo ausiliare di Roma, Monsignor Benoni Ambarus, da alcuni ospiti della casa circondariale e da due agenti penitenziari, il Pontefice ha fatto ingresso nella chiesa dove ha celebrato la messa davanti a circa 300 tra detenuti e agenti di polizia penitenziaria, alla presenza del ministro della Giustizia Carlo Nordio e del sindaco della Capitale Roberto Gualtieri. “È un bel gesto quello di spalancare le porte – ha detto il Pontefice durante la sua omelia – ma è più importante aprire il cuore: questo fa la fratellanza. I cuori duri non aiutano a vivere, la grazia del Giubileo significa aprire i cuori alla speranza, la speranza non delude mai. A me piace pensare la speranza come l’ancora che è sulla riva e noi con la corda siamo al sicuro: non perdere la speranza, questo è il messaggio che voglio darvi”, ha aggiunto Francesco. “Quando il cuore diventa duro come una pietra si dimentica della tenerezza, anche nelle situazioni più difficili. Il cuore aperto ci rende fratelli. Due cose vi dico: la mano nella corda con l’ancora della speranza, la seconda spalancate le porte del cuore: vi auguro un grande Giubileo, molta pace e tutti i giorni prego per voi. E voi pregate per me”. (Caf – 26 dic)