Roma, 26 dic – Dieci persone hanno perso la vita e decine sono rimaste ferite nell’attacco israeliano a Gaza City. Un missile ha colpito un edificio nel quartiere Zeitoun di Gaza City, uccidendo cinque persone. Fonti sanitarie palestinesi hanno lanciato l’allarme, indicando che il bilancio potrebbe aggravarsi, dato che ci sarebbero numerose persone rimangono ancora intrappolate sotto le macerie. Nel centro della Striscia di Gaza, nei pressi dell'ospedale Al-Awda, sono invece deceduti cinque giornalisti, mentre erano a bordo del loro veicolo “colpito nelle vicinanze dell'ospedale”, ha confermato Al-Quds Today, il canale televisivo per cui lavoravano, aggiungendo che stavano svolgendo il loro “dovere giornalistico e umanitario”.. L’emittente ha identificato i reporter come Faisal Abu Al-Qumsan, Ayman Al-Jadi, Ibrahim Al-Sheikh Khalil, Fadi Hassouna e Mohammed Al-Ladàa. Fonti palestinesi riferiscono che il veicolo era chiaramente contrassegnato con la scritta “Press” e veniva usato per documentare le condizioni all’interno del campo profughi di Nuseirat. Tuttavia, l’Idf ha dichiarato che l’attacco mirava a “un veicolo con una cellula terroristica della Jihad islamica”. Secondo Israele, erano state adottate “numerose misure per mitigare il rischio di danneggiare i civili”. Nel frattempo, le tensioni si sono acuite anche a Gerusalemme, dove il ministro per la Sicurezza nazionale israeliano, Itamar Ben Gvir, ha visitato la Spianata delle Moschee, luogo sacro per l'Islam. “Questa mattina sono salito sul sito per pregare per la pace dei nostri soldati e per una vittoria completa con l'aiuto di Dio”, ha scritto Ben Gvir su X, pubblicando una foto che lo ritrae circondato da poliziotti. La visita è stata fortemente criticata dalla Giordania, che l’ha definita una “provocazione” e una violazione dello status quo del sito, amministrato dal Waqf, una fondazione religiosa giordana. Amman ha chiesto un intervento internazionale per fermare quelle che ha definito una “violazione in corso” e “crimine contro il popolo palestinese”. Sul fronte internazionale, la Guida suprema dell’Iran, Ali Khamenei, ha rilasciato un messaggio in occasione del Natale, criticando gli Stati Uniti e le potenze occidentali. “Se Gesù fosse tra noi oggi, non avrebbe esitato nemmeno un momento a lottare contro i leader dell’oppressione e dell’arroganza globale”, ha dichiarato, facendo riferimento alle politiche di Washington. (sem)
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