“E’ importante rafforzare la prevenzione applicando le lezioni apprese sulla gestione delle epidemie e su come prevenire le ripercussioni sui servizi di base, aumentare il livello della preparedness per avere una risposta più veloce e adeguata a qualunque minaccia epidemica si possa presentare, e riconoscere anche il valore di un approccio One Health che favorisca l’integrazione della salute umana, animale e delle piante, così come dell’ambiente e di altri settori rilevanti”. Lo ricorda il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres nel messaggio in occasione della Giornata internazionale di preparazione (preparedness) alle pandemie che si celebra ogni anno il 27 dicembre. L’istituzione della giornata è stata decisa il 7 dicembre 2020 durante l’Assemblea Generale dell’Onu. “La cooperazione internazionale e il multilateralismo giocano un ruolo importante nella risposta alle epidemie – ricorda ancora Guterres -. Dobbiamo insistere sull’importanza della collaborazione e della solidarietà tra ogni individuo, comunità e Stato, e tra istituzioni regionali e internazionali, in tutte le fasi della gestione delle epidemie, e anche sull’importanza di una prospettiva di genere”. L’Iss, in collaborazione con le altre istituzioni locali, nazionali e internazionali, a partire dal ministero della Salute, partecipa attivamente con una serie di attività al miglioramento della preparazione pandemica ed epidemica sia in Italia che a livello internazionale. Sono stati gli esperti dell’Istituto, ad esempio, a curare i primi documenti Ecdc su come condurre le ‘After Action Reviews’, le analisi ex post della risposta alla pandemia per capire eventuali correttivi necessari, realizzando questi studi in Italia ed in altri paesi della Regione Europea.
L’Istituto partecipa inoltre a diversi progetti internazionali per migliorare la preparedness: ad esempio si è tenuto da poco proprio nella sede dell’Iss il meeting finale del progetto europeo Mood, per migliorare la sorveglianza delle minacce pandemiche, l’Istituto ha ospitato questo mese la prima riunione congiunta in presenza organizzata da Oms Europa e Ecdc sulla pandemic preparedness dai tempi della pandemia di Covid-19 ed è stato protagonista di attività volte a rafforzare la Public Health Intelligence per la preparazione pandemica ospitando incontri internazionali tra analisti, sviluppando un corso attualmente disponibile sul sito Open-WHO e partecipando agli incontri tecnici globali organizzati dall’OMS . L’ISS è in prima linea nella One Health preparedness , rafforzando a livello globale gli strumenti di policy e di formazione per una maggiore integrazione multisettoriale nella risposta alle epidemie ed alle pandemie. Anche sul fronte nazionale sono diversi i progetti sul tema che vedono l’Iss tra i capofila, in collaborazione con ministero della Salute, istituzioni locali e centri di ricerca. L’Istituto, insieme al Cnr e all’università di Pavia, è ad esempio tra i promotori del consorzio Inf-Act, nato grazie a un finanziamento del Pnrr, che prevede forti competenze trasversali in grado di affrontare il problema delle possibili epidemie adottando un approccio "One Health" , ossia integrando aspetti di salute umana, salute animale e ambientale, dagli eventi epidemici ai fenomeni di spillover ai mutamenti climatici alla base delle modifiche della fauna selvatica e le interazioni con l'uomo. Anche la rete nazionale dei laboratori per la sorveglianza genomica è in costante rafforzamento grazie al progetto europeo Secov+, coordinato dall’Iss. L’Istituto supporta anche la pianificazione e la verifica dei sistemi operativi della preparedness organizzando esercizi di simulazione in ambito nazionale/internazionale e supportando per gli aspetti tecnico-scientifici il Ministero della Salute nella stesura di piani operativi e strategici di preparazione e risposta alle diverse minacce epidemiche e pandemiche. (28 DIC – DEG)
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