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direttore Paolo Pagliaro

CAPODANNO, L'ITALIA
DELLE "ZONE ROSSE"

CAPODANNO, L'ITALIA <br> DELLE

Per la notte dell’ultimo dell’anno dal Viminale arriva una stretta sulla sicurezza. Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha infatti inviato ai prefetti di tutta Italia una direttiva in cui chiede loro di individuare zone della città, ritenute a rischio, per poter allontanare formalmente “soggetti pericolosi” o con precedenti penali. Il ricorso alle “zone rosse” è utile “in contesti caratterizzati da fenomeni di criminalità diffusa e situazioni di degrado, come le stazioni ferroviarie e le aree limitrofe, nonché le ‘piazze dello spaccio’”, afferma il Ministero, aggiungendo che le misure “potranno essere applicate anche in altre aree urbane, come le zone della movida, caratterizzate da un’elevata concentrazione di persone e attività commerciali e dove si registrano spesso episodi di microcriminalità (furti, rapine), violenza (risse, aggressioni), vandalismo, abuso di alcol e degrado”. Lo strumento delle “zone rosse” è stato già applicato a Firenze e Bologna, dove complessivamente, negli ultimi 3 mesi, 105 soggetti su 14mila persone controllate sono stati destinatari di provvedimenti di allontanamento. Per l’ultimo dell’anno, invece, a Napoli le prime restrizioni scatteranno dal pomeriggio, con il prefetto Michele di Bari che ha individuato il Vomero, Chiaia, Decumani e la stazione come zone rosse. Preoccupazione per la misura è stata espressa dall’esecutivo di Magistratura democratica, che ha richiamato, “il disposto dell'articolo 16 della Costituzione, secondo il quale ogni cittadino può circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale, salvo le limitazioni che la legge stabilisce in via generale per motivi di sanità o di sicurezza, mentre nessuna restrizione può essere determinata da ragioni politiche - osserva - e, dall'altro lato, il disposto dell'articolo 13 della Costituzione, secondo il quale non è ammessa nessuna forma di restrizione della libertà personale se non per atto motivato dell'autorità giudiziaria". Per MD, “la giustificazione del provvedimento con ragioni che attengono alla 'percezione di sicurezza dei cittadini e dei turisti' nei confronti di persone 'non in regola con la normativa in materia di immigrazione' – osserva l'esecutivo di Magistratura democratica - sembra alludere proprio a una giustificazione politica del provvedimento, visto che non si fa riferimento a fatti di reato né ad autori di reato ma a meri sospetti, a dispetto del chiarissimo dettato costituzionale secondo il quale, vale la pena ribadirlo ancora, nessuna restrizione degli spazi di libertà può essere determinata da ragioni politiche". (31 dic-mol)

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