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BERGOGLIO: CHI GOVERNA CANCELLI O RIDUCA DEBITI DEI PAESI POVERI

BERGOGLIO: CHI GOVERNA CANCELLI O RIDUCA DEBITI DEI PAESI POVERI

Una mattinata di luce e musica ha accolto fedeli e turisti in Piazza San Pietro per celebrare la Giornata Mondiale della Pace. Bande musicali di alcune scuole americane hanno reso omaggio con le loro esibizioni, mentre striscioni con i nomi di Paesi dilaniati da lunghi conflitti — dal Sudan all'Iraq, dall'Afghanistan alla Terra Santa, dal Libano all'Ucraina — ricordavano le ferite aperte nel mondo. Alla fine dell'Angelus, Papa Francesco ha rivolto un caloroso saluto alle bande musicali e, più che mai, ha ribadito il suo accorato appello contro la guerra, definendola una piaga che “distrugge sempre”. Il Pontefice ha inoltre richiamato l'attenzione sul dramma del debito internazionale, auspicando che nessun popolo sia “schiacciato dai debiti”. In particolare, ha rivolto il suo pieno ringraziamento a chi lavora per la promozione della pace e della giustizia nelle zone tormentate del pianeta.

Nel suo discorso, Francesco ha espresso gratitudine verso coloro che si impegnano per il dialogo e i negoziati nelle aree di conflitto. “Esprimo il mio grato apprezzamento a tutti coloro che nelle tante aree di conflitto lavorano per il dialogo e per i negoziati. Preghiamo perché su ogni fronte cessino i combattimenti e si punti decisamente alla pace e alla riconciliazione. Penso alla martoriata Ucraina, a Gaza, Israele, Myanmar, [Nord] Kivu e a tanti popoli in guerra”, ha detto il Papa. Un pensiero particolare è stato rivolto a coloro che organizzano manifestazioni e veglie di preghiera per mantenere vivo l’anelito di pace. Iniziative simili si moltiplicano in ogni parte del mondo, con la partecipazione attiva di comunità diocesane, parrocchiali, associazioni, movimenti e gruppi ecclesiali. Tra queste, il Papa ha ricordato la Marcia nazionale per la pace che si è svolta a Pesaro, organizzata dalla Commissione CEI per i problemi sociali e il lavoro, Caritas Italiana, Azione Cattolica, Pax Christi Italia, Movimento dei Focolari, Agesci, Acli, Libera e altre realtà ecclesiali.

Il Pontefice ha anche salutato i partecipanti all'evento “Pace in tutte le terre”, organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio, presenti in Piazza San Pietro. Francesco ha sottolineato il valore di queste iniziative, che rappresentano un simbolo di speranza per un futuro di riconciliazione. Rievocando la genesi della Giornata Mondiale della Pace, istituita da San Paolo VI, il Papa ha collegato questa ricorrenza all’avvio dell’Anno Santo 2025. In questa prospettiva, ha sottolineato il tema peculiare della remissione dei debiti, legato al Giubileo. “Il primo a rimettere i debiti è Dio, come sempre gli chiediamo pregando il ‘Padre nostro’, riferendoci ai nostri peccati e impegnandoci a perdonare a nostra volta chi ci ha offeso. E il Giubileo chiede di tradurre questa remissione sul piano sociale, perché nessuna persona, nessuna famiglia, nessun popolo sia schiacciato dai debiti. Incoraggio pertanto i Governanti dei Paesi di tradizione cristiana a dare buon esempio, cancellando o riducendo quanto più possibile i debiti dei Paesi più poveri”, ha esortato Francesco.

Il Pontefice ha anche menzionato il programma televisivo Rai “A Sua immagine”, dicendo di aver visto filmati e fotografie che documentano la distruzione causata dalla guerra. Questi contenuti hanno rafforzato il suo appello accorato: “Fratelli, sorelle, la guerra distrugge. Distrugge sempre! La guerra è sempre una sconfitta. Sempre. Esprimo il mio grato apprezzamento a tutti”. In apertura del suo Angelus, Papa Francesco ha rivolto un augurio di ogni bene per il nuovo anno al Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, assicurandogli la sua preghiera. Il capo dello Stato, nel suo messaggio alla nazione, aveva ricordato la Giornata Mondiale della Pace, definendola un’occasione per interrogare la coscienza di ognuno. Mattarella, in sintonia con il Magistero di Francesco, ha ribadito la necessità di gesti urgenti e coraggiosi per garantire la pace, affrontare le migrazioni, il degrado ambientale e i rischi delle nuove tecnologie. (red - peg)

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