Un'occasione per scoprire l'arte di Omar Galliani: la Galleria delle Arti di Città di Castello (PG), fondata nel 1976 da Luigi Amadei, ospiterà dallo scorso 7 dicembre fino al 7 febbraio 2025 la mostra personale di Omar Galliani "Di Segno in Segno", con un testo critico di Lorenzo Fiorucci. L'esposizione è stata realizzata con il patrocinio del Comune di Città di Castello, Fondazione Cassa di Risparmio Città di Castello, Rotary Club Città di Castello e la partnership tecnica di Petruzzi Editore. Per la prima volta, viene esposto un corpus completo di opere grafiche di Omar Galliani, realizzate dagli anni Settanta agli anni Duemila. Il maestro del disegno italiano si approccia alle tecniche incisorie - principalmente litografia e acquatinta - grazie a una docenza all'Accademia di Belle Arti di Urbino (1979-80), città da sempre nota per le stamperie d'arte. Allo stesso modo, Città di Castello, che ha dato i natali a Celestino Celestini (1882-1961) e Alberto Burri (1915-1995), annovera nella sua storia una lunga tradizione dedicata alla stampa e all'editoria artistica, portata avanti anche dalla Galleria delle Arti di Luigi Amadei, che fatto della promozione grafica, in primis Burri, ma anche Picasso, Morandi e Bacon, una delle linee identitarie della propria mission. Il percorso espositivo comprende una quindicina di opere, molte delle quali in grandi formati, decisamente insoliti per le incisioni. Sono inoltre sposti alcuni esemplari unici, che associano alla litografia su pietra interventi manuali a tempera o pastello o applicazioni in marmo di Carrara. La mostra è accompagnata da una brochure realizzata da Petruzzi Editore. (gci)
L’ESPOSIZIONE CHE CELEBRA BIRGIT JURGENSSEN E CINZIA RUGGERI
Fondazione ICA Milano inaugura la programmazione espositiva del 2025 con un progetto espositivo bipersonale, con l’eccezionale curatela dell’artista Maurizio Cattelan e Marta Papini. La mostra si intitola “Lonely Are All Bridges. Birgit Jurgenssen e Cinzia Ruggeri” e sarà aperta al pubblico dal 16 gennaio al 15 marzo 2025. L’esposizione celebra il lavoro di due artiste iconiche, Birgit Jurgenssen (Vienna, 1949 – 2003) e Cinzia Ruggeri (Milano, 1942 – 2019), mai incontratesi di persona, ma idealmente in dialogo attraverso le loro opere, visioni e riflessioni. Il titolo della mostra è tratto da un verso della poetessa austriaca Ingeborg Bachmann, “lonely are all bridges”, che sintetizza lo spirito sperimentale di due artiste il cui lavoro si spinge oltre le convenzioni, sfida i confini tra arti e costruisce ponti in grado di attraversare discipline differenti, trasformando il quotidiano in un racconto dalla forte dimensione critica. Nate alla fine degli anni Quaranta e formatesi negli anni Sessanta, entrambe hanno affrontato il ruolo della donna nella società, intrecciando tematiche legate al corpo, all’identità e alla trasformazione. La comune fascinazione per l’ornamento e l’accessorio, interpretati come un’estensione del corpo e strumento di conquista del proprio spazio, traccia il filo rosso di un’esposizione che invita a riflettere sulla relazione tra estetica, politica e identità che innerva tuttora il nostro orizzonte quotidiano. L’esposizione riunisce le ricerche di due figure fondamentali dell’arte contemporanea, interpretate per l’occasione dalla visione curatoriale di Maurizio Cattelan e Marta Papini e raccontate al pubblico con un’inedita chiave di lettura. La mostra è resa possibile dalla collaborazione dell’Estate di Birgit Jurgenssen, Vienna e dall’archivio Cinzia Ruggeri, Milano. Prosegue contestualmente fino al 15 marzo 2025 la mostra “Wooden Travel” dell’artista Augustas Serapinas, che al piano terra di Fondazione ICA Milano costruisce un affondo dedicato all’architettura vernacolare lituana e italiana in un progetto espositivo a cura di Chiara Nuzzi. I ringraziamenti vanno alle gallerie Galerie Hubert Winter e Galleria Federico Vavassori per il supporto alla mostra “Lonely Are All Bridges” all’Archivio Cinzia Ruggieri, Milano, e l’Estate Birgit Jurgenssen, Vienna, e, infine, a Intesa Sanpaolo, sponsor ufficiale della Fondazione, per il supporto alla programmazione e alle attività di ICA Milano. (gci)
“SHOW UP”: A PESCARA UNA VETRINA PER GLI ARTISTI
Il 28 dicembre la GArt Gallery ha presentato “SHOW UP”, vetrina di tutti gli artisti attualmente in forza alla galleria pescarese e in mostra presso la sede espositiva di via Gobetti a Pescara. L’esibizione collettiva si articolerà in due parti (Part 1/2 e Part 2/2) al fine di garantire maggiore spazio e visibilità a ciascun artista sulle pareti della galleria. Andrea Starinieri, Anja Kunze, Claudio Di Carlo, Emeid, Ersilia Leonini, Fabrizio Molinario, Pasquale Ricci e Verino Iacovitti animeranno la scena della prima parte che proseguirà fino all’8 febbraio, mentre sempre a febbraio sarà il turno del secondo gruppo con Avvassena, Claudio Caporaso, Frisco, Ipman, Luca Dall’Olio, Ludwika Pilat, Luigi D’Alimonte, Marco Sciame e Mauro Di Berardino. Tutti gli artisti proporranno opere inedite o di recente produzione, frutto dell’avanzamento della ricerca, di ciascuno di loro, nel proprio ambito tecnico ed espressivo. Continua così l’attività della GArt Gallery volta a cercare una linea artistica sempre più definita, fondata principalmente sull’esplorazione ampia del campo figurativo e sulla ricerca estetica del colore e che, come modus operandi, fa leva sul rapporto diretto con gli artisti e tra gli artisti in uno scambio e arricchimento reciproco e trasversale. Non un numero chiuso, come ama ribadire il gallerista Francesco Di Matteo, ma un gruppo aperto e dinamico cui si aggiungono o sottraggono nel tempo esperienze, lavori, individualità. (gci)
“COSMOGRAFIA”: MILANO OSPITA L’ARTE DI GIORGIO VIGNA
“Giorgio Vigna. Cosmografia”, è la mostra personale dell’artista, che negli spazi di BUILDING TERZO PIANO a Milano, dal 30 gennaio al 22 febbraio 2025, si presenta come un affresco bidimensionale e tridimensionale descrivendo un mondo sospeso tra realtà e immaginazione. Tutto comincia dall’acqua: acqua cosmica fonte di vita, acqua corrente sempre in movimento, acqua solidificata nelle trasparenze del vetro. L’acqua è la via d’ingresso nel micro e nel macrocosmo. Gli acquatipi Cosmografie (1982-2023) disegnano geografie astronomiche straordinarie, mappe in cui perdersi, dettagli che risucchiano lo sguardo, immensità che disorientano le percezioni. Sono finestre spalancate sull’universo, affacci su micro-galassie e comete filanti, pagine di un libro di astronomia fantastica da sfogliare rincorrendo memorie primordiali. Dal foglio bidimensionale germogliano forme organiche tridimensionali, stille di luce, meteoriti trasparenti, bolle di un mare infinito in continua trasformazione: l’acqua si rigenera nel vetro annunciando insolite metamorfosi e nuove scansioni del tempo circolare. “Mi interessa l’artificio nell’accezione più alta del termine, un’alterazione dei processi formali e cognitivi che porti alla meraviglia”, dichiara l’artista a proposito del suo rapporto con la natura e le sue possibili evocazioni. I materiali qui utilizzati sono la carta, il vetro e, molto presente, il rame – protagonista nascosto anche delle acqueforti e acquetinte Vulcano e Cosmo (2023). Il rame, nel suo incontro alchemico con il vetro, ribolle in miriadi di sferule imprigionate nell’opera Sasso (2023), oppure custodisce – come una coppa votiva – il vetro trasparente dell’opera Acqua (2018), ma è soprattutto nella nuova serie Morfemi (2023) che sprigiona il suo potenziale trasformativo. Dalle Cosmografie (1982-2023) sorgono forme vive e mobili che si moltiplicano esplorando l’altrove come innumerevoli occhi protési sull’infinito. Sono globuli d’acqua e di fuoco intessuti di rame: di rame gli steli o ramato il sasso di bronzo che crea la struttura di queste strane creature che si muovono sulle superfici verticali e orizzontali, quasi emergessero dalle profondità marine o da una misteriosa volta celeste. Giorgio Vigna ci accompagna in un percorso che rivela l’autenticità di una relazione profonda dell’essere umano come parte della natura immersa nel cosmo, dove ancora una volta il micro e il macro, a più dimensioni, si scambiano di posto senza soluzione di continuità. Giorgio Vigna nasce a Verona nel 1955 e si forma artisticamente tra la città natale, Venezia, Roma e Milano. È un artista che, al limite tra realtà e immaginazione, crea forme naturali capaci di manifestare aspetti primari e primordiali. Avventure di terra e di acqua, di fuoco e di vento in cui si combinano naturale e artificiale, povero e prezioso. Vigna si muove sul confine tra il mondo reale e quello immaginario, tra ciò che è e ciò che appare. Le sue opere, dalle sculture ai gioielli, dai lavori su carta alle installazioni, rispecchiano l’ampiezza e profondità della sua costante ricerca. Utilizza varie materie, tra le quali il vetro, i metalli e la carta, trattate in modo sempre nuovo e sorprendente. Vigna le esplora e cerca di svelarne possibilità nascoste. Le forme sono primarie, espressione degli elementi con cui lavora. Forti e naturali, universali e senza tempo, ricche di valenze simboliche. Giorgio Vigna crea l’opera site specific, installata nel 2005, La Radura per Nancy Olnick e Giorgio Spanu che ha dato inizio all’Olnick Spanu Art Program. Nel 2013 il Museo di Castelvecchio a Verona ha ospitato la mostra personale Stati Naturali, per la quale Giorgio Vigna ha creato per la fontana di Carlo Scarpa l’installazione permanente in vetro Acquaria donata alla città di Verona nel 2021 in occasione della mostra Lapilli nella Galleria delle Sculture durante il centenario della nascita di Licisco Magagnato. Nel 2017 per le Gallerie dell’Accademia a Venezia ha creato l’opera Fuochi di Rugiada, realizzata dalla Vetreria VENINI. Dal 2018 è stato chiamato a far parte del Comitato Scientifico de Le Stanze del Vetro, un progetto della Fondazione Giorgio Cini con il supporto di Pentagram Stiftung. Nel 2022 ha donato alla Fondazione Giorgio Cini onlus il suo archivio trentennale di disegni e bozzetti legati alla sua esperienza con la materia del vetro. Nel giugno 2023 inaugura al Museo Eremitani di Padova la personale Analogie, naturale prosecuzione del percorso cominciato nel 2022 con la mostra Sassi all’Oratorio di San Rocco a Padova. Il suo lavoro è stato esposto in gallerie e musei in Argentina, Austria, Cina, Corea, Finlandia, Francia, Germania, Gran Bretagna, Grecia, Hong Kong, Italia, Olanda, Principato di Monaco, Russia, Stati Uniti, Svizzera. Le sue opere fanno parte di numerose collezioni pubbliche, tra le quali il MAD, Museum of Arts & Design di New York, il The State Hermitage Museum a San Pietroburgo e il Museo del Vetro di Murano. (gci)
A L’AQUILA L’ESPOSIZIONE SUI 130 ANNI DI CINEMA
Nel 2025 si festeggeranno 130 anni dalla nascita del cinema e l’Istituto Cinematografico dell’Aquila “La Lanterna Magica” apre subito le danze proponendo la mostra “130 anni di Cinema” a L’Aquila, a Palazzo De Marchis, a ingresso libero, fino al 15 gennaio. Il 28 dicembre 1895 è la data che segna la nascita del cinema. Quel giorno, a Parigi, i fratelli Lumière, nel “Salon Indien” del Grand Café in Boulevard des Capucines, presentarono la prima proiezione pubblica del loro film “La sortie des usines”. Per questa ricorrenza storica, il Centro Archivio Cinematografico de “La Lanterna Magica” svela alcuni preziosi reperti delle proprie collezioni, tra i quali una serie di figurini originali per i costumi di alcuni film che hanno segnato la storia del cinema italiano e internazionale. Inoltre, l’Istituto Cinematografico rende omaggio a Sandra Milo, una delle dive tra le più popolari del cinema italiano, con uno showreel che racconta i momenti salienti della sua carriera, resa intramontabile dall’incontro con Federico Fellini, grazie anche al contributo della Fondazione Carispaq. È anche possibile vedere il primo film della storia, “La sortie des usines”, della durata di 49 secondi e “Le Dirigeable Fantastique” del 1906 di George Méliès, l’inventore degli effetti speciali, della durata di 2 minuti e 43 secondi. Un video animato di Tomek Baginski racconta, poi, la magia del cinema: “The Kinematograph”, selezionato per una nomination all'Oscar per il miglior cortometraggio d'animazione. (redm)
NELLA FOTO. Omar Galliani, ANCORA NUOVE STELLE, 1999, litografia su pietra, 70x50 cm. Tiratura 90 esemplari (dettaglio)
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