“Donald Trump è pronto a inaugurare una politica internazionale più muscolare e transattiva, che in alcuni modi si avvicina a quella della Cina”. A dirlo in un’intervista a La Stampa è Ian Bremmer, fondatore di Eurasia Group, la principale società di consulenza mondiale sui rischi geopolitici. Cosa ne pensa degli slanci espansionistici di Trump? “Si tratta di affermazioni che hanno un contenuto molto chiaro. Sono un messaggio che il presidente eletto invia a tutti i suoi interlocutori su come sia determinato ad espandere il dominio dei commerci da questa parte del mondo, nelle Americhe in particolare, a rafforzare la presenza militare nell'Artico e ad avere maggiore accesso a risorse strategiche per far fronte in maniera più determinata a tutte le sfide che attendono gli Stati Uniti nei prossimi quattro anni”. Annettendo altri territori? “È chiaro siano affermazioni esagerate dal punto di vista lessicale. Non dovrebbero pertanto essere lette come: "Conquisteremo questi Paesi", ma servono per costringere quegli stessi Paesi, guidati da leader più deboli di Trump, a negoziare con gli Usa su diverse questione di rilevanza strategica”. “A Trump poco interessa dello stato di diritto e delle leggi, lui bada a perseguire risultati che fanno il suo interesse e quello della sua amministrazione”. “Questo creerà problemi per il resto del mondo, perché se per lui è giusto cambiare le mappe del mondo e i territori perché non dovrebbe esserlo per la Russia o per l'Ucraina. Ciò rende tutto più complicato all'Europa perché affrontare questo tipo di nuove sfide. È la legge della giungla, e la legge della giungla funziona se si è predatori capaci e affamati”. (9 GEN - deg)