di Paolo Pagliaro
Un milione e 400 mila persone si sono sottoposte ai test che misurano il quoziente intellettivo nei diversi paesi del mondo. Anche nel 2024 il risultato premia i cinesi, seguiti dagli iraniani e dai sudcoreani. Sono loro i più intelligenti. Nella classifica gli italiani risultano diciannovesimi, ma si possono consolare col fatto che in Europa li superano solo spagnoli, sloveni e bielorussi.
Particolarmente deludente è il piazzamento degli Stati Uniti: gli americani sono trentesimi e vengono surclassati da tutti i loro avversari geopolitici. D’altra parte il quoziente intellettivo medio risente di fattori come la nutrizione e l’accesso alle cure sanitarie, l’educazione e la qualità del sistema scolastico: beni che in America scarseggiano, come ammette anche Vivek Ramaswamy, il miliardario che affiancherà Elon Musk alla guida del Dipartimento per l'efficienza governativa. Il prestigioso consulente pensa che Trump dovrà aprire le porte all’immigrazione qualificata pescando nelle università cinesi e indiane. E pensa soprattutto che gli americani debbano cambiare abitudini: più lezioni di matematica, meno pigiama party. Più gare scientifiche nel weekend, meno cartoni animati il sabato mattina. Più libri, meno TV. Più attività extracurriculari, meno tempo trascorso nei centri commerciali. L’astro nascente dell’universo trumpiano sostiene che la normalità non è più sufficiente in un mercato globale ipercompetitivo. “E se fingiamo che sia così, la Cina – conclude - ci prenderà a calci nel sedere”.
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