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Balcani occidentali, l'appello di Pahor: fare presto per inclusione in Ue

Roma, 14 gen - "Ciò che ci accomuna all'Italia non è solo il sincero desiderio di buon vicinato, di amicizia e di un comune futuro europeo. Ci accomuna anche la sincera preoccupazione per l'evoluzione della situazione nei Balcani occidentali. Entrambi i paesi hanno opinioni molto simili sulla necessità dell'allargamento dell'Unione Europea ai Balcani occidentali". La riflessione è di Borut Pahor, già presidente della Repubblica di Slovenia, che nella Sala degli Atti Parlamentari della Biblioteca del Senato ha tenuto la conferenza "I Balcani Occidentali e il loro cammino verso L'Europa", su invito della senatrice Pd Tatjana Rojc, rappresentante della minoranza slovena in Italia. "Per quanto riguarda l'allargamento dell'Occidente nei Balcani occidentali, grazie a Dio almeno la Nato è stata più veloce dell'Ue. La Macedonia del Nord, il Montenegro e l'Albania sono membri della Nato" ricorda Pahor, per poi aggiungere in merito all'inclusione nell'Ue dei Balcani occidentali: "Credo che ora questo processo accelererà, ma ancora una volta sottolineo la mia valutazione che sia una questione di tempo: o tutto ciò avverrà abbastanza rapidamente da garantire la pace o si rafforzerà l'influenza decisiva e irreversibile delle grandi potenze straniere, in particolare Russia e Cina, ma anche la Turchia, se la comunità musulmana in quest'area fosse messa in pericolo".
"Ma non vi sembra che i Balcani occidentali, nell'attuale geopolitica, stiano diventando sempre più un luogo di incontro per quasi tutte le grandi potenze del mondo: gli Stati Uniti d'America, l'Unione Europea, la Federazione Russa, la Cina e la Turchia, che è un gigante regionale? - è la domanda che pone l'ex presidente sloveno - Non è forse abbastanza chiaro che qui si svolge un serio dilemma geopolitico, un problema a cui l'Unione Europea presta troppo poca attenzione? I nostri Paesi, Slovenia e Italia, che sono vicini a questa regione, devono dimostrare un po' più di iniziativa in queste questioni. Non ho ricette per questo, ma so che dobbiamo parlarne e cercare soluzioni sufficientemente tempestive e convincenti". "Viviamo in un mondo meno sicuro rispetto a qualche tempo fa. Ciò vale anche per i Balcani occidentali - sottolinea Pahor - La situazione politica e di sicurezza nei Balcani occidentali si sta deteriorando. Pochi anni dopo il primo allargamento in pacchetto nel 2004, regnava tra questa gente e i loro politici molta speranza, nonché la volontà di aderire all'Ue il prima possibile. Quella fede, quella speranza, ora non ci sono più, è scomparsa anche la volontà di riforme. Ora stanno valutando sempre più attentamente quali saranno le alternative, se il processo di allargamento continuerà a essere così lento. Spero che tutti capiscano cosa significa". "Spero - è il suo auspicio - che nei prossimi mesi e anni acquisiremo sufficiente saggezza politica per riuscire ad adattarci alle nuove circostanze geopolitiche e ad agire nel nostro interesse, negli interessi dell'Italia, della Slovenia, dei paesi dell'UE e dell'intero Occidente". Secondo la senatrice Rojc, "l'allargamento dell'Ue ai Balcani occidentali è un tema strategico, un tema determinante per la sicurezza non soltanto della mia regione, il Friuli-Venezia Giulia e dell'area mitteleuropea, ma strategico per l'Italia e per gli equilibri dell'Europa tutta. Dobbiamo capire che dipende proprio dall'inclusione dei Balcani occidentali il futuro dell'Europa". A inizio conferenza il saluto di Matjaz Longar, ambasciatore sloveno in Italia, che ha ricordato "il grande ruolo rivestito dal presidente Pahor, con la preziosa collaborazione del presidente Mattarella, nel lavoro di riconciliazione tra i nostri due Paesi dopo i tanti momenti difficili della nostra storia: ricordiamo tutti l'impegno dei due capi di Stato a Basovizza, la deposizione di una corona presso la foiba e il monumento ai caduti sloveni nel giugno del 2020". "Importanti passi - aggiunge - sono stati compiuti anche nella tutela delle nostre minoranze autoctone, sia quella italiana in Slovenia che quella slovena in Italia. Altrettanto importante è stato il risultato raggiunto dai due presidenti nell'istituzione della Capitale europea della cultura 2025 Nova Gorica-Gorizia, emblema della lunga e solida collaborazione tra i nostri due Paesi confinanti". (po / Roc) ////

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