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TONINI: RIFORMISTI
E CATTOLICI INSIEME

TONINI: RIFORMISTI <BR> E CATTOLICI INSIEME

Libertà Eguale a Orvieto, sabato, si ritroverà per il 25esimo anno. Un quarto di secolo di impegno promosso da cattolici, insieme a riformisti, per promuovere il dialogo e la democrazia dentro il centrosinistra e il confronto sulle riforme con il centrodestra. “Un crogiuolo promosso da alcuni di noi, dopo la caduta del Muro di Berlino: cattolici, esponenti del Pci vicini alla componente “migliorista” del Pci, come Enrico Morando, Claudia Mancina e Claudio Petruccioli, ed esponenti socialisti come Gigi Covatta e Luciano Cafagna, che purtroppo non ci sono più”, spiega ad Avvenire l’ex senatore del Pd, Giorgio Tonini. Che vede “molti punti in comune” con la contemporanea iniziativa milanese di Comunità democratica, con cui ci sarà un video-collegamento reciproco. Che cosa è stata e che cosa ancora è Libertà Eguale? “È stata un’esperienza proficua di contaminazione fra culture diverse del centrosinistra. Ma oggi è soprattutto un luogo di difesa della democrazia. Ed è un primo punto in comune con l’iniziativa di Milano”.

Rosy Bindi ha detto però che un collegamento fra le iniziative di Orvieto e di Milano, avendo poco in comune, ha senso solo come “rivendicazione correntizia”.

“Noi crediamo invece che i punti in comune vi siano. Un primo è quello della democrazia, al centro fra l’altro della Settimana sociale di Trieste. Tema tornato di grande attualità e purtroppo non scontato, guardando allo scenario internazionale”. Tonini auspica “Un bipolarismo che non si riproponga di distruggere il nemico, ma di dialogare con l’avversario. Fra l’altro Romano Prodi ha dimostrato che l’ultima volta che il centrosinistra ha vinto lo ha fatto puntando sul centro, convincendo gli indecisi”. Ma il bipolarismo di De Gasperi e Moro vedeva cattolici e comunisti in competizione, non alleati. “È vero, ma erano tempi diversi. Il mondo era diviso in due. Oggi è diverso. Oggi siamo nell’era post-ideologica e occorre lavorare per superare gli steccati”. Su quali fronti? “Ne vedo due. L’Europa, innanzitutto. Meloni su questo sembra aver fatto passi avanti, ma ha ancora delle ambiguità. E poi le riforme. Noi siamo impegnati a promuovere un’idea diversa di premierato, che sia condivisa”.  (16 GEN - deg)

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