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direttore Paolo Pagliaro

CONFINDUSTRIA: UN 2025
TRA ENERGIA CARA E DAZI

  CONFINDUSTRIA: UN 2025 <BR> TRA ENERGIA CARA E DAZI

"Il 2025 si apre con prezzi dell’energia in aumento, che pesano su inflazione e costi delle imprese, e timori di dazi sull’export, già debole. Ma proseguiranno il calo dei tassi, che alleggerisce le condizioni finanziarie, e l’attuazione del Pnnr, che non si può più rimandare. Per il 4° trimestre 2024, si stima che il Pil in Italia sia stato fiacco tra crescita modesta dei servizi e industria ancora in affanno". E' lo scenario che emerge dalla congiuntura flash del Centro studi Confindustria. Gli esperti di Viale dell'Astrononomia rilevano che in Europa i prezzi al consumo dell’energia sono saliti di +0,1% annuo a dicembre da -6,1% a settembre, portando l’inflazione a +2,4%, da +1,7%, con la core invariata. In Italia, l’inflazione è stabile a +1,3%: la core frena (+1,6% da 1,8%), ma i prezzi dell’energia si riducono meno (-2,8%, da -5,5%). E la Bce risulta "più prudente":  dopo il taglio dei tassi a dicembre (a 3,00%), la Bce non sembra preoccupata per l’inflazione, ma i mercati ora si aspettano meno ribassi (-0,50% nell’anno, invece di -1,00%). In Italia il BTP sale poco (3,52% a gennaio), con spread sul Bund quasi invariato (+1,08). I tassi bancari sono in calo (4,53% a novembre per le imprese, da 5,48% a inizio 2024). Il credito è in recupero per le famiglie, con prestiti stabilizzati in termini annui (da -0,2% in ottobre), ma è in calo per le imprese (-3,7%). Salgono i servizi. L’indice RTT (CSC-TeamSystem) segnala un rimbalzo del fatturato dei servizi a novembre e una crescita acquisita nel 4° trimestre. Investimenti in calo: a dicembre si rileva una moderata risalita della fiducia delle imprese (95,3, da 93,2). Cala invece la domanda, misurata dagli ordini di beni (saldo a -22,5, da -21,9), sia sul mercato interno che estero. Inoltre, le condizioni di investimento sono peggiorate nel 4° trimestre (-11,3 da -7,7; indagine Banca d’Italia). Nel complesso, il quadro per gli investimenti resta debole a fine 2024, spiega Confindustria, che individua anche una correzione al ribasso per i consumi. Continua a novembre, infatti, la fase di calo delle vendite al dettaglio (-0,6% in volume), come in ottobre (-1,0% la variazione acquisita nel 4° trimestre); giù sia i beni alimentari che quelli non alimentari. Anche la fiducia delle famiglie, in flessione in tutti i mesi del trimestre, conferma la correzione dei consumi, dopo il balzo nel 3° per il parziale rientro del tasso di risparmio (9,2% da 10%). Quasi fermo, inoltre, il mercato del lavoro. La crescita degli occupati si è quasi fermata a fine 2024: +0,1% a ottobre-novembre sul 3° trimestre (dopo +0,4%). Parallelamente, il forte calo di chi cerca lavoro (-6,6%) segnala una minore forza lavoro, che potrebbe limitare le prospettive di crescita occupazionale futura. L’export italiano di beni resta debole nel 4° trimestre (-0,2% a ottobre-novembre sul 3°). Dinamica negativa nei mercati UE (-0,9%), incluse Germania e Francia. Timido aumento extra-UE (+0,6%): bene in UK e Turchia, male negli USA (-11,0% annuo a novembre) e Cina (-19,2%). Forte il calo per mezzi di trasporto (-17,3%) e tessile-abbigliamento-calzature (-9,0%). Le prospettive restano deboli, secondo gli ordini manifatturieri esteri in dicembre, anche per il commercio mondiale. Rilevanti rischi pongono i possibili dazi USA, seconda destinazione dell’export italiano con oltre il 22% dell’extra-UE. Nell'Eurozona si riscontrano dinamiche eterogenee. A novembre l’industria europea mostra un’ampia eterogeneità: la Germania rialza la testa nella produzione (+1,3%) e la Francia registra una tenue variazione positiva (+0,2%), ma in entrambi i paesi l’acquisito nel 4° trimestre resta negativo; viceversa, la Spagna è in calo (-1,5%), ma grazie al balzo di ottobre resta in territorio positivo in termini trimestrali. L’andamento del clima di fiducia e delle aspettative sull’occupazione nell’Eurozona a dicembre non sono incoraggianti. Per quanto riguarda gli Usa,  male l’industria, bene i consumi. La produzione industriale a novembre resta in calo (-0,1%), per il terzo mese, delineando un 4° trimestre negativo (-0,7% acquisito, -0,1% nel 3°). Gli indicatori segnalano ulteriore debolezza a dicembre: l’indice di Chicago prosegue il crollo (36,9, da 40,2), l’ISM (49,3) e il PMI manifatturiero (49,4) rimangono recessivi. Buona invece la dinamica degli occupati (+256 mila unità a dicembre), che continua ad alimentare i consumi Usa (+0,4% le vendite al dettaglio a dicembre). Per la Cina. infine, boom dell’export. Le esportazioni cinesi accelerano a dicembre (+10,7% annuo, da +6,7%). Anche l’import cresce (+1,0%), alleviando le preoccupazioni sul lato della domanda, sebbene restino le fragilità legate ai consumi domestici. Il surplus commerciale della Cina ha raggiunto 104,8 miliardi di dollari il mese scorso (992 totali nel 2024); quello con gli Usa è aumentato a 33,5 miliardi (da 29,8): a tale risultato concorre il timore delle imprese cinesi di maggiori barriere commerciali nei prossimi mesi. (Roc)

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