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CONGO, 230MILA IN FUGA
DALL’INIZIO DELL’ANNO

CONGO, 230MILA IN FUGA <BR> DALL’INIZIO DELL’ANNO

L’UNHCR, l’Agenzia ONU per i Rifugiati, lancia l’allarme per l’aggravarsi della violenza nell’est della Repubblica Democratica del Congo (RDC), che quest’anno ha già causato 237.000 sfollati. L’intensificarsi degli scontri tra gruppi armati non statali e l’esercito congolese nelle province del Nord e del Sud Kivu sta intensificando una delle crisi umanitarie più preoccupanti al mondo, ma sottovalutata, caratterizzata da diffuse violazioni dei diritti umani ed esodi di massa. Queste due province ospitano già 4,6 milioni di sfollati interni, rendendo la RDC uno dei Paesi al mondo con il maggior numero di persone sradicate all’interno dei propri confini. Dal 1° al 6 gennaio, intensi combattimenti nei territori di Masisi e Lubero della provincia del Nord Kivu hanno costretto circa 150.000 persone a fuggire dalle loro case. Molti hanno inizialmente cercato sicurezza nel territorio di Masisi, a nord-ovest di Goma, la città principale del territorio, per poi essere costretti a spostarsi ancora una volta con il dilagare della violenza. Contemporaneamente, nel territorio di Fizi, nel Sud Kivu, il governo locale riferisce che 84.000 persone sono sfollate e ha richiesto assistenza umanitaria alla comunità internazionale. La popolazione di entrambe le regioni sta subendo bombardamenti indiscriminati e violenze sessuali. L’uso di armi pesanti nelle aree popolate ha provocato numerose vittime tra i civili, compresi i bambini. Le violenze in corso hanno limitato fortemente l’accesso umanitario nel breve periodo e hanno lasciato le popolazioni sfollate nel disperato bisogno di riparo, cibo, acqua potabile e cure mediche. Molti cercano rifugio nelle comunità ospitanti sovraffollate, in rifugi di fortuna o in edifici pubblici come gli ospedali. Le già terribili condizioni umanitarie stanno rapidamente peggiorando e l’accesso a queste popolazioni vulnerabili è fortemente limitato dall’insicurezza, dai blocchi stradali e dalla presenza di gruppi armati violenti. Secondo quanto riferito, i combattenti utilizzano le case delle persone come rifugi, mettendo in pericolo i residenti e confondendo la distinzione tra combattenti e civili. Nonostante l’instabilità e l’insicurezza, circa 25.000 sfollati sono tornati a Masisi-Center dopo una temporanea tregua delle violenze il 4 gennaio. Tuttavia, i nuovi scontri del 9 gennaio hanno costretto molti a fuggire ancora una volta, evidenziando la fragilità della situazione. La città rimane nell’incertezza, con i civili che devono subire continue violenze, compreso il reclutamento forzato, e il sospetto dei gruppi armati. Non appena l’accesso sarà ripristinato, l’UNHCR è pronto ad aiutare queste popolazioni. Nel 2024 l’Agenzia ha costruito e riabilitato rifugi per oltre 95.000 persone in questa regione e ha distribuito a 45.000 persone articoli per la casa come zanzariere, coperte e pentole.  (18 GEN – DEG)

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