La Russia è pronta per un dialogo paritario con gli Stati Uniti e attende segnali da Washington, “ma questi non sono ancora arrivati”. Così questa mattina il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov. “Stiamo osservando con molta attenzione, ovviamente, tutta la retorica, tutte le dichiarazioni” provenienti da Washington. “Registriamo attentamente tutte le sfumature, rimaniamo pronti al dialogo, il presidente Putin ha parlato più di una volta della necessità di un dialogo paritario, basato sul rispetto reciproco dialogo. Questo dialogo ha avuto luogo tra i due presidenti durante la prima presidenza di Trump, e stiamo aspettando segnali in tal senso, segnali che non sono ancora arrivati”, ha detto Peskov rispondendo a una domanda su come il Cremlino valuti le dichiarazioni del presidente americano rilasciate ieri sui social.
Nel suo messaggio, Trump ha spiegato di “non voler danneggiare Mosca” chiedendo la fine delle ostilità in Ucraina, minacciando altrimenti di imporre nuove sanzioni e dazi su tutte le esportazioni russe verso gli Stati Uniti. A tal proposito, Peskov ha chiarito che le azioni ostili nei confronti della Russia “avranno delle conseguenze” e ha ricordato che “fornendo assistenza all'Ucraina, gli Stati Uniti stanno facendo un affare di successo: guadagnano denaro vendendo risorse energetiche all'Europa, creando nuovi posti di lavoro nel loro paese e sviluppando l'industria della difesa attraverso commesse militari”. Inoltre, ha sottolineato Peskov, Mosca non è d’accordo con la dichiarazione di Trump sull’aiuto russo alla vittoria degli Stati Uniti nella Seconda Guerra Mondiale. Il riferimento è al passaggio del messaggio di Trump in cui l’inquilino della Casa Bianca scrive che “Non dobbiamo mai dimenticare che la Russia ci ha aiutato a vincere la Seconda Guerra Mondiale, perdendo quasi 60.000.000 di vite umane”. Secondo i dati ufficiali, ha detto Peskov, “durante la Grande Guerra Patriottica (come i russi chiamano la seconda guerra mondiale, ndr) il paese perse circa 27 milioni di persone. Queste perdite costituiscono una delle pagine più tragiche della storia mondiale e riflettono il contributo decisivo dell’Unione Sovietica alla vittoria sulla Germania nazista”. Peskov ha aggiunto che “L'America ha davvero aiutato. Ha dato un contributo significativo, ma c'è una sfumatura. Per l'America si tratta sempre di affari”.
L'addetto stampa ha ricordato che Washington ha ricevuto pagamenti per Lend-Lease, che si è concluso solo sotto Vladimir Putin. Non vi è quindi alcun dubbio, ha chiosato, che “il prezzo più alto nella lotta al fascismo lo abbia pagato l’URSS”. "Sia la guerra, teatro delle operazioni militari, sia la morte di decine di milioni di persone hanno avuto luogo in un altro continente per l'America”, ha detto Peskov il quale si è augurato che “gli americani e il presidente degli Stati Uniti condividano con la Russia la gioia di celebrare l'80° anniversario della Vittoria”.
In mattinata, in attesa della dichiarazione dai piani alti del Cremlino, in Russia ad aprire i commenti sulle parole di Trump erano state le “seconde linee”. Tra le reazioni dei politici russi, si era registrata ad esempio quella del vicepresidente del Consiglio della Federazione Konstantin Kosachev il quale su Telegram spiega che Trump “dimostra la sua totale mancanza di comprensione dell'essenza e delle cause del conflitto ucraino”. Non solo, ma a detta di Kosachev, il Tycoon avrebbe anche “mostrato una mancanza di comprensione del corso e dei risultati della Seconda Guerra Mondiale”.
Da parte sua, il deputato della Duma di Stato della Crimea, generale di riserva Leonid Ivlev, ritiene che il presidente degli Stati Uniti abbia scelto una strategia sbagliata e senza uscita se ha deciso di parlare con la Russia con degli ultimatum.
Ad esprimersi è stato anche afferma il filosofo, politologo e sociologo russo Alexander Dugin, vicinissimo a Putin, secondo il quale Trump potrebbe rinviare la risoluzione del conflitto in Ucraina, “poiché deve affrontare altri compiti prioritari”. In ogni caso, ha aggiunto, “Le relazioni tra Russia e Stati Uniti potrebbero migliorare con il suo ritorno alla Casa Bianca, poiché Trump e Putin difendono i valori tradizionali, sono due conservatori”. Secondo Dugin, la Russia e gli Stati Uniti “hanno inferto un duro colpo ai globalisti da entrambe le parti, come il primo ministro britannico Keir Starmer o il presidente francese Emmanuel Macron”.
“RISCHIO NUCLEARE”. All’indomani dell’appello di Trump che sui social ha invitato il presidente russo Vladimir Putin ad avviare le trattative di pace sull’Ucraina, due autorevoli voci della diplomazia russa rilanciano le accuse all’occidente reo, a loro dire, di rischiare l’escalation su scala globale del conflitto. “Le azioni dell'Occidente in Ucraina hanno effettivamente portato il mondo sull'orlo della guerra nucleare”, ha affermato da parte sua Gennady Gatilov, rappresentante permanente della Russia presso l'ONU a Ginevra nel corso di una sessione plenaria della conferenza sul disarmo. “Gli ultimi passi del cosiddetto ‘Occidente collettivo’ relativamente alla situazione in Ucraina e nei paesi limitrofi destano particolare preoccupazione – ha detto Gatilov -. Si tratta di azioni, senza esagerazione, sconsiderate, condotte anche con attacchi missilistici contro oggetti strategici e pericolosi per l’ambiente sul nostro territorio, attacchi che hanno l’obiettivo di inasprire ulteriormente il conflitto e provocare la Russia in un’escalation di ritorsioni. L’Occidente, rappresentato dagli stati sponsor del regime di Kiev, ha di fatto portato il mondo sull’orlo della guerra nucleare”. Gatilov ha aggiunto che in questo senso hanno una responsabilità particolare gli Stati Uniti, la Gran Bretagna e la Francia, i cui leader, dopo aver firmato la dichiarazione dei cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza dell'ONU il 3 gennaio 2022, si sono impegnati a evitare l'insorgere di qualsiasi confronto militare tra potenze nucleari che potrebbero portare alla loro collisione diretta.
A fargli eco è stata, da Mosca, la portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova, la quale ha ribadito che la Russia ritiene che le forniture di armi all’Ucraina interferiscano con la soluzione alla crisi, coinvolgendo direttamente i paesi della NATO nella guerra. “L'intervento delle forze NATO in Ucraina minaccia un'escalation incontrollabile del conflitto ed è categoricamente inaccettabile per la Russia”, ha detto Zakharova sottolineando che l’Occidente “sta giocando col fuoco”.
(23 GEN - deg)
(© 9Colonne - citare la fonte)