“E’ inutile che il ministro Carlo Nordio dica che finché ci sarà lui il pm non sarà mai sotto il controllo dell'esecutivo, la separazione delle carriere voluta dalla maggioranza porta proprio in quella direzione e non si possono accusare i magistrati di avere cercato il conflitto perché è stato il governo a imporre una riforma punitiva e ‘blindata’”. Lo afferma Debora Serracchiani, parlamentare e responsabile giustizia Pd, in una intervista a La Stampa, replicando alle critiche del centrodestra per la protesta dei magistrati. “I magistrati hanno espresso, peraltro in modo assolutamente composto e istituzionale, non solo la contrarietà alla riforma ma anche la preoccupazione per un conflitto che ormai è quotidiano con il governo e la maggioranza” sottolinea. “Cercano solo un alibi per portare avanti una riforma punitiva e ideologica”, “siamo di fronte alla separazione della magistratura, che viene divisa in due, indebolendola. Al tempo stesso, si rafforza il Pm rispetto al giudice, perché avrà un suo Csm oltre alla polizia giudiziaria. E l'esperienza dei Paesi nei quali c'è la separazione delle carriere è chiara: il Pm dipende dall'esecutivo. La strada è dunque segnata”. Come pensate di contrastarla? “Come per le altre due riforme - autonomia differenziata e premierato - continueremo la nostra battaglia in Parlamento. E naturalmente rafforzeremo anche la mobilitazione avviata da mesi sul territorio”. E avverte che il Guardasigilli dovrà rispondere anche del caso Almasri, insieme alla premier Giorgia Meloni.: “L'Italia ha disatteso un mandato di arresto per crimini di guerra e contro l'umanità emesso dalla Corte penale internazionale, violando lo Statuto della Corte penale internazionale. Per questo la vicenda è gravissima e la responsabilità primaria è della presidente del Consiglio”. (27 gen – red)
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