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direttore Paolo Pagliaro

SANTANCHE’: VADO
AVANTI, SONO SERENA

  SANTANCHE’: VADO <br> AVANTI, SONO SERENA

"Faccio il mio lavoro, vado avanti, oggi sono qua, domani a Riad, dopodomani torno a Roma. Non c’è neanche un’associazione di categoria che mi abbia mai criticato”, “io non faccio nessun passo indietro, non mi dimetto, l’ho detto chiaro. Ero innocente ieri, sono innocente oggi, sarò innocente domani. Poi se per me si vuole cambiare il diritto e uno è già colpevole con un rinvio a giudizio, si accomodino”, “il mio è un partito garantista, che ha sempre avuto questo nel programma di governo, che sta facendo una riforma della giustizia. Mi stupirei se qualcuno chiedesse le mie dimissioni per questo”. Lo afferma il ministro del Turismo Daniela Santanché in un colloquio con Repubblica parlando da Gedda per la tappa della nave Amerigo Vespucci. Del fatto che la premier prospetti la necessità di una “valutazione” derivante dall’impatto della vicenda Visibilia sul proprio lavoro poi sottolinea: “Quello che dice Meloni va benissimo, quello che ho dichiarato io è perfetto”, “magari l’impatto sul mio lavoro lo valuto io. Nessuno può dire che non lavoro come ministro del Turismo, nessuno mi ha detto che sono assente, in due anni e mezzo abbiamo applicato tutto il programma del ministero del turismo: tutto. La premier? Certo che la vedrò, ma non è successo niente di che. Io sono serena”. E delle critiche e del pressing per le sue dimissioni che vengono proprio da una parte di Fdi commenta: “Ma chissenefrega! Pazienza”. Non si sente lasciata sola? “Ma è tutta la vita che io conto su me stessa. Io sono quello che sono, nel bene e nel male” e “su Visibilia editore si sono dette tante cose, avevano chiesto il fallimento per bancarotta, oggi è una delle società più clean d’Italia”. Inoltre ribadisce l’importanza del suo rapporto con Ignazio La Russa: “Una cosa è certa: Ignazio non mi abbandonerà mai. Mai. Ma non come politica: come amica. In politica è molto difficile avere amici, io ho pochi amici. La Russa lo è. E lo saremo nei secoli come i carabinieri”. (28 gen - red)

 

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