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Shoah, Segre racconta: quando fui fermata dai medici nel lager

“I medici e la Shoah, quanti ne hanno mandati a morire i medici laureati, il giuramento di Ippocrate…”. La testimonianza è della senatrice a vita Liliana Segre, legata alla vita nei lager, nell'ambito dell'audizione della magnifica rettrice dell'Università di Roma La Sapienza, Antonella Polimeni, presso la Commissione straordinaria intolleranza, razzismo, antisemitismo, istigazione all'odio e alla violenza. "Quando avvenivano le selezioni per andare a morire - racconta Segre - tutte le prigioniere, a gruppi, nude, dovevano entrare da una porta: poi c'era il gruppo di medici che le guardava, uscire o non uscire. Io due o tre volte ho partecipato a queste selezioni, e come vedete sono qua" continua la senatrice a vita, che aggiunge: "Però sono stata fermata, ed essere fermata dai tre medici era un momento in cui il cuore si fermava: l'anno prima ero stata operata di appendicite, per fortuna, e avevo come ho una grossa cicatrice sulla pancia". "Il medico, che poi dopo seppi chi era - continua Segre - si fermò e mise un dito sulla cicatrice e disse agli altri: ' ma che taglio orribile che hanno fatto questi medici, a una ragazza così giovane fare un taglio così  grande...'. Io che stavo lì, più morta che viva, sentivo questi che discutevano sulla bruttezza della cicatrice. Ovviamente ero terrorizzata dal fatto che questa cicatrice fosse così brutta da mandarmi a destra invece che a sinistra, e invece dopo aver ragionato a lungo sulla cicatrice dissero: 'vai pure'. Potevo ancora lavorare. Quella sosta è durata qualche minuto: a distanza di 80 anni mi vedo io lì nuda, questi tre e le dita stupite sulla mia cicatrice" conclude la senatrice a vita. (PO / Roc) ////

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