di Paolo Pagliaro
E’arrivata DeepSeek, la app di intelligenza artificiale made in China e l’Occidente - con i suoi arroganti oligopoli tecnologici – trema. DeepSeek è un concorrente temibile, e oltretutto è gratis.
Ma in fondo, perché meravigliarsi? Questo esito della sfida tecnologica globale era prevedibile. Mentre nel dopoguerra l’Occidente rappresentava circa un terzo della popolazione mondiale ed era l’unico terzo che stava bene, nel corso degli ultimi settant’anni la popolazione è triplicata, il Pil mondiale è decuplicato e oggi l’Occidente rappresenta il 10-15 per cento del totale. Nella parte che prima era considerata in via di sviluppo, sono aumentati i livelli di istruzione, e si sono affermati una classe media, un ceto intellettuale sofisticato e una schiera di persone con competenze tecnico-scientifiche importanti. Soprattutto in Paesi come Cina e India, dove vivono tre miliardi di persone, c’è stata un’esplosione della scolarizzazione, è fiorita una grande quantità di università che nella sola Cina sforna ogni anno due milioni e mezzo di laureati in materie tecnico-scientifiche.
E perché mai l’intelligenza – ancorché artificiale – dovrebbe affermarsi solo in Occidente?