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direttore Paolo Pagliaro

CALCIO, GRAVINA
RIELETTO IN FIGC

CALCIO, GRAVINA <BR> RIELETTO IN FIGC

Gabriele Gravina continuerà a guidare la Figc fino al 2028. Candidato unico, è stato rieletto oggi al primo scrutinio con il 98,7% dei voti (481.084 voti su 487.500). Eletto per la prima volta il 22 ottobre 2018 dopo il Commissariamento della Federazione e confermato alla presidenza della Federcalcio il 20 aprile 2021, Gravina si appresta quindi a procedere verso il suo terzo mandato ‘A vele spiegate’, come recita il titolo della piattaforma programmatica presentata con la candidatura sottoscritta da Lega Serie B, Lega Pro, Lnd, Aic e Aiac. “Grazie davvero – le sue prime parole dopo la proclamazione – per me è un grande onore e un grande orgoglio. Adesso non ci resta che trasformare la nostra visione in una promessa di vittoria. Dobbiamo continuare il nostro percorso e centrare tutti gli obiettivi di cui il calcio ha veramente bisogno. Chiudo con una citazione dì Henry Ford: ‘Mettersi insieme è un inizio, rimanere insieme è un progresso, lavorare insieme un successo”. Nel discorso prima dell’elezione, Gravina aveva sottolineato di avere lo stesso entusiasmo del primo giorno, ribadendo di aver sciolto la riserva sulla sua candidatura solo dopo aver avuto conferma dell’ampia condivisione da parte delle componenti: “Chiedo il privilegio della vostra fiducia per fare due cose: unire e cambiare. Vivo in questo mondo da quarant’anni, ho assaporato sconfitte e vittorie e non ho mai smesso di considerare il calcio la più appagante attività che conosca. Il calcio fa bene all’Italia, non smettiamo mai di testimoniarlo con forza!”. Tanti i risultati degni di nota raggiunti nei suoi primi sei anni da presidente oltre a quelli ottenuti ‘sul campo’, tra i quali spiccano i successi degli Azzurri a EURO 2020 e delle Nazionali Under 19 e Under 17, che vincendo i rispettivi Campionati Europei hanno permesso alla FIGC di aggiudicarsi per la prima volta nella storia il Premio Burlaz. “Motivi di soddisfazione” come aver messo in salvo l’economia del sistema durante la pandemia, promosso trasparenza ed economicità pur in un quadro strutturale che sconta ritardi, aver giocato di squadra “superando incomprensioni e contrastando attacchi, menzogne, tranelli e calunnie”.  E guardando avanti c’è un processo riformatore da portare a termine: “Nessuna grande idea può risultare efficace senza il contributo di tutti. Il dialogo aperto, l’ascolto reciproco continueranno a essere i nostri principi. Insieme continueremo a cambiare. Vogliamo un calcio efficiente e sostenibile, giovane e inclusivo, che sia un punto di riferimento culturale. Questi impegni non sono un semplice slogan, ma assi concreti di due documenti chiamati ‘piano strategico’ e ‘piano industriale’. Sono molte le azioni che definiscono questa strategia: riordino dell’organizzazione federale, implementazione di nuovi criteri economici e finanziari per l’ammissione dei club ai campionati professionistici, ottimizzazione del progetto delle Seconde Squadre nei club professionistici e la creazione dell’accademia federale Under 23, il sostegno ai processi di realizzazione o rinnovamento di cinque stadi da indicare alla UEFA per EURO 2032, la valorizzazione del calcio italiano all’estero in collaborazione con il Ministero degli Esteri, lo sviluppo di Vivo Azzurro per la comunicazione e di ‘Sostenabilia’ per le attività di sostenibilità sociale e ambientale, il completamento del piano di cybersecurity, la rivisitazione e il miglioramento del Settore Giovanile e Scolastico, il consolidamento del ruolo fondamentale del cosiddetto sportello unico con la LND, lo sviluppo del calcio femminile con la trasformazione della Serie A Professionistica in lega autonoma oltre alla ristrutturazione della filiera dei dilettanti, la valorizzazione degli investimenti nei settori giovanili, l’autonomia gestionale dell’AIA e il football video support per Serie A Femminile, Serie D e Calcio a 5 nazionale". Gravina, infine, conclude con un richiamo alla politica: "Questo è quello che il calcio deve fare da solo, ma ci sono riforme urgenti che impegnano Governo e Parlamento e su cui sarà necessario far sentire la nostra voce forte e univoca”. (Roc)

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