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GIUSTIZIA, L'IMMUNITA'
TORNA DI MODA

GIUSTIZIA, L'IMMUNITA' <BR> TORNA DI MODA

"Ancora non ne abbiamo parlato, però io personalmente non sono contrario. Ma bisogna comunque vedere in che termini e per quali reati". Così il vicepremier e leader di Forza Italia, Antonio Tajani, interpellato su un tema che torna a farsi vivo nel dibattito politico italiano, quello dell'immunità parlamentare. Sull'onda del caso Almasri, e più in generale delle tensioni tra politica e magistratura, si paventa - soprattutto dalle fila del centrodestra - l'ipotesi di tornare a prima del 1993, quando la materia venne significativamente cambiata sulla spinta di Tangentopoli. In tal senso la legge costituzionale approvata quell'anno ha modificato in maniera decisiva l’originario impianto dell’articolo 68 della nostra Carta, il quale prevedeva che non si potesse neppure avviare un procedimento giudiziario nei confronti di un parlamentare senza l'autorizzazione della Camera di appartenenza. In sintesi, la riforma del 1993 ha eliminato la necessità dell'autorizzazione a procedere per sottoporre un parlamentare a procedimento penale, restringendo l'autorizzazione a procedere delle Camere soltanto all'arresto, alla perquisizione o al sequestro delle comunicazioni. Contrarie le opposizioni: "Dai vitalizi ripristinati all'abolizione del reato di abuso d'ufficio, passando per i casi controversi come quelli di Almasri ai guai della ministra Santanchè, ora si cerca di introdurre l'immunità dalle indagini per il governo e i politici. Questo è un chiaro attacco alla democrazia" afferma Agostino Santillo, parlamentare e tesoriere del Gruppo Movimento 5 Stelle alla Camera. "Si sta creando - aggiunge - un sistema di privilegi esclusivi per la classe politica, danneggiando i cittadini comuni. Meloni e i suoi - conclude - stanno gettando la maschera. Questo non è un governo del popolo, ma un tentativo di consolidare potere e impunità a danno dei cittadini". Intanto, la Fondazione Einaudi annuncia la presentazione di una proposta di legge in merito: “Come è noto la Fondazione Luigi Einaudi è da sempre in prima linea sul tema della centralità del Parlamento e della conseguente prerogativa dell’immunità parlamentare, improvvidamente modificata dalla sciagurata riforma del 1993. Il presidente Benedetto ha avuto modo di affrontare il tema presentando in giro per l’Italia il suo saggio ‘L’eutanasia della democrazia’, impreziosito dalla prefazione del professor Sabino Cassese. Riteniamo anche dalle dichiarazioni che si susseguono da vari esponenti politici, e soprattutto dalla maturazione di una nuova consapevolezza nel Paese rispetto alla necessità di ristabilire un equilibrio tra i poteri, che sia oggi indispensabile passare dalla fase di approfondimento scientifico della questione a quella operativa dell’avvio di un percorso parlamentare”, si legge in una nota della Fondazione Luigi Einaudi.  “In tal senso - prosegue il comunicato - la Fondazione si appresta a proporre il testo del disegno di legge di riforma dell’attuale articolo 68 della Costituzione, con la relativa relazione di accompagnamento, nelle prossime ore. Si sta valutando, e lo annunceremo a breve, se il percorso del testo di riforma sarà squisitamente parlamentare, grazie all’adesione trasversale di rappresentanti della varie forze politiche, o se sarà avviata una proposta di legge di iniziativa popolare". (Roc)
 
         

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