di Paolo Pagliaro
Forse il problema non sono le moltitudini domenicali che si danno appuntamento a Roccaraso, ma sono – semmai - le decine di migliaia di ragazzi che non escono più di casa se non per andare a scuola e che dunque nel loro tempo libero hanno smesso di vedere gli amici e il mondo. In Giappone si chiamano Hikikomori, in Italia ”ritirati sociali” e in questi giorni abbiamo saputo da uno studio del Cnr che il loro numero è raddoppiato dopo la pandemia. Ora sono il 10% degli adolescenti. Un rapporto dell’Istituto di ricerche sulla popolazione sostiene che il fenomeno riguarda entrambi i sessi e non dipende dalla scuola frequentata o dal background culturale ed economico della famiglia , come si pensava in passato. Il problema sta diventando globale ed endemico.
I ricercatori hanno messo a fuoco le ragioni di una fuga dalla realtà che talvolta ha esiti tragici. Al primo posto c’è l’iperconnessione, cioè la sovraesposizione ai social media. Pesano anche la cattiva qualità delle relazioni sociali (con i genitori, in particolare con la madre), la bassa fiducia nei confronti di familiari e insegnanti, gli episodi di bullismo, la scarsa partecipazione ad attività sportive, l’insoddisfazione per il proprio corpo. E a questo proposito, lo studio denuncia il disastro – in termini di autostima – per le pressioni sociali a conformarsi a standard estetici irraggiungibili. Si resta in attesa che ai ragazzi venga proposto un nuovo immaginario, più amichevole e misericordioso.