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direttore Paolo Pagliaro

DAZI, LA CINA COLPISCE
CARBONE E GAS USA

DAZI, LA CINA COLPISCE <BR> CARBONE E GAS USA

Non si è fatta attendere la riposta di Pechino allo scatenamento della “guerra dei dazi” da parte dell’amministrazione trumpiana che ha applicato una imposta del 10% sulle importazioni del colosso asiatico. Questa mattina la Cina ha infatti annunciato il varo di tasse doganali del 15% sulle importazioni di carbone americano e di gas naturale liquefatto (GNL), rispondendo alla richiesta da parte di Washington di dazi aggiuntivi del 10% sui prodotti cinesi importati negli Stati Uniti. I dazi cinesi entreranno in vigore il 10 febbraio e prevedono inoltre una tariffa del 10% importazioni di petrolio statunitense e di altre categorie di beni dagli Stati Uniti, come macchinari agricoli, veicoli sportivi ad alta potenza e camion leggeri.

Il ministero delle finanze cinese ha inoltre reso noto di aver presentato un reclamo all'Organizzazione mondiale del commercio (OMC) per denunciare l’azione della Casa Bianca. “La Cina, al fine di difendere i propri legittimi diritti, ha presentato un reclamo sui dazi statunitensi presso il meccanismo di risoluzione delle controversie dell'Organizzazione mondiale del commercio”, viene spiegato in una nota. Secondo Pechino, i dazi Usa “violano gravemente le regole dell'Organizzazione mondiale del commercio, non contribuiscono in alcun modo a risolvere i problemi degli Stati Uniti” e interrompono la normale cooperazione economica e commerciale”  tra i due Paesi, ha insistito il ministero cinese. È probabile che la risposta cinese alle decisioni del Tycoon preluda a un imminente colloquio tra Trump e Xi Jinping, che del resto ieri la portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt aveva detto che si sarebbe potuto svolgere “entro 24 ore”.

Il contrattacco del Dragone è però andato anche oltre. Pechino ha infatti spiegato di voler aprire un'indagine sul colosso tecnologico americano Google, sospettato di aver violato le sue norme anti-monopolio. Ma non basta: la Cina ha per sovrappiù annunciato l'aggiunta del gruppo di moda statunitense PVH Corp., proprietario di Tommy Hilfiger e Calvin Klein, e del gigante biotecnologico Illumina alla lista nera delle "entità inaffidabili". Secondo quanto affermato in una nota dal Ministero del Commercio cinese, la misura mira a "salvaguardare la sovranità nazionale, la sicurezza e gli interessi di sviluppo". Secondo “l’accusa” di Pechino, "Queste due entità hanno violato i principi degli scambi commerciali interrompendo le loro transazioni con le aziende cinesi e adottando misure discriminatorie nei loro confronti", si legge nella dichiarazione. A settembre la Cina aveva annunciato un'indagine sulla PVH Corp. per "boicottaggio irragionevole"  del cotone proveniente dalla regione dello Xinjiang, dove Pechino è accusata di massicce violazioni dei diritti umani contro le minoranze musulmane.

Infine, la questione Fentanyl, che rappresenta un comun denominatore nella decisione di Trump di comminare le sanzioni a Canada, Messico e Cina, accusati dal Tycoon di favorire o comunque non arginare a dovere l’invasione di questa sostanza negli States, anche se le statistiche rilevano che solo una infinitesima parte di tale oppioide giunga negli Usa dalle rotte nordiche. A tale proposito, Pechino ha negato con fermezza tali accuse, mentre ieri lo stesso Trump ha annunciato che sospenderà per un mese i dazi su Messico e Canada dopo aver parlato con i leader di entrambi i Paesi che hanno assunto impegni, alcuni dei quali già presi, per rafforzare la sicurezza ai rispettivi confini con gli Stati Uniti. “Ho parlato con la presidentessa del Messico Claudia Sheinbaum – ha scritto ieri il presidente Usa a tale proposito sui social-. È stata una conversazione molto amichevole in cui ha accettato di fornire immediatamente 10.000 soldati messicani al confine che separa il Messico e gli Stati Uniti. Questi soldati saranno specificatamente designati per fermare il flusso di Fentanyl e di migranti illegali nel nostro Paese", ha scritto. Più tardi, nel corso della giornata, è giunta anche la “tregua” col Canada che – ha scritto ancora Trump – “ha accettato di garantire il confine settentrionale sicuro e di porre finalmente fine alla piaga mortale di droghe come il Fentanyl che si sono riversate nel nostro Paese, uccidendo centinaia di migliaia di americani e distruggendo le loro famiglie e comunità in tutto il Paese”. (4 FEB - deg)

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