Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

ALMASRI, DE RAHO:
SIAMO FUORI DA LEGALITA’

ALMASRI, DE RAHO: <BR> SIAMO FUORI DA LEGALITA’

“E’ stato più un atto di difesa di Almasri che una informativa alla Camera. Si è soffermato su presunte incoerenze della motivazione del mandato di arresto della Corte penale internazionale. Ma non è questo il compito del ministro della Giustizia, che deve dare corso alla procedura di esecuzione di arresto internazionale. Ha assunto il ruolo del tribunale del riesame”. Così Federico Cafiero de Raho, ex procuratore antimafia e deputato M5S, in una intervista a Repubblica commenta le spiegazioni del guardasigilli. Quindi precisa che “Almasri era ricercato per crimini di guerra, torture, uccisioni, fatti gravissimi rispetto ai quali crediamo non si possa rispondere con la denegata esecuzione”, “la nostra Costituzione obbliga all’osservanza dei trattati internazionali, compreso lo Statuto di Roma che abbiamo ratificato nel 1999 con la legge 232. Ma quanto avvenuto è gravissimo ed è una vergogna per l’Italia: è come dire che possiamo violare le leggi internazionali. Sembra quasi che il nostro Paese non segua più il canale della legalità ma quello della convenienza politica. Ma così si sovverte lo Stato di diritto, che garantisce diritti per tutti e obbliga tutti al rispetto delle leggi”, “il governo e i ministri devono rispettare le norme nazionali e internazionali. Le valutazioni del ministro sono andate al di là dei suoi compiti. E conclude: “Lo stesso ministro ha detto di essersi consultato con gli altri ministri, quindi è evidente anche con Meloni. Questo determina il coinvolgimento anche della presidente del Consiglio, che ha un dovere di chiarezza e di verità verso il parlamento. Penso che un fatto del genere non abbia precedenti in Italia. La premier deve dare spiegazioni, anche perché nei giorni scorsi aveva fornito una versione che è stata contraddetta da Nordio. È molto grave poi la conclusione dell’intervento di Nordio, quando ha accusato la magistratura di leggere le carte in modo ‘sciatto’ e, per questo, rendere difficile il dialogo, e perciò ‘se all’inizio vi erano delle esitazioni oggi non ce ne sono più’; per questo, ha detto il ministro, andranno avanti fino in fondo. Sembra una dichiarazione di guerra, la riforma come punizione per la magistratura”. (6 feb - red)

(© 9Colonne - citare la fonte)