"Con infinito dolore annuncio la scomparsa del carissimo Aldo Tortorella, il partigiano Alessio, parlamentare, intellettuale di straordinaria levatura, un punto di riferimento per tutta l’Anpi e per tutte le antifasciste e gli antifascisti. Un compagno". L’annuncio viene dato da Gianfranco Pagliarulo, presidente nazionale Anpi. Nato a Napoli il 10 luglio 1926, Tortorella trascorre la giovinezza tra Liguria e Lombardia ed è ancora studente quando entra nella Resistenza a Milano. Responsabile degli studenti antifascisti con Gillo Pontecorvo, Tortorella si trasferisce a Genova alla fine del 1944 (dopo una rocambolesca evasione, travestito da donna, dall'Ospedale militare milanese dove era ristretto), per riorganizzarvi, col nome di battaglia di "Alessio", le file del Fronte della Gioventù. Per tanti mesi "Alessio" promuove nel capoluogo ligure la propaganda e la lotta armata, soprattutto nelle zone operaie del Ponente della città, che il 24 aprile del 1945 vedrà la resa dei nazifascisti. Quando, il 25 aprile, l'Unità non più clandestina annuncia la Liberazione, è un ragazzo di 19 anni il redattore capo dell'edizione ligure del giornale del Partito comunista. Nella redazione di Genova Tortorella resta sino al 1957 con Gelasio Adamoli. Tra una missione nella Jugoslavia di Tito e un'altra nella Polonia di Gomulka, passando da Budapest appena "normalizzata" dalla repressione sovietica, Tortorella riesce a non trascurare gli studi filosofici e, nel 1956, a laurearsi con Antonio Banfi, con una tesi sul "concetto di libertà in Spinoza". È del 1957 il trasferimento a Milano, dove subentra a Davide Lajolo nella direzione de l'Unità. In seguito diverrà segretario della Federazione milanese del Pci e poi del Comitato regionale lombardo. Direttore nazionale de l'Unità dal 1970 al 1975, nel 1971 Tortorella è eletto per la prima volta deputato. Confermato sino al 1994, è stato responsabile della politica culturale del Pci durante la segreteria di Enrico Berlinguer e anche di quella delle "questioni dello Stato" con Alessandro Natta, col quale si oppose - insieme a Pietro Ingrao - alla "svolta della Bolognina" di Achille Occhetto. Esce dal Pds quando, durante la guerra del Kosovo, il governo D'Alema decide di appoggiare l'intervento della Nato. La camera ardente di Aldo Tortorella sarà allestita domani, venerdì 7 febbraio, nella Sala Aldo Moro di Montecitorio. Sarà possibile rendere omaggio al
feretro dalle 10 alle 17. “Esprimo il più profondo cordoglio per la scomparsa di Aldo Tortorella, il partigiano Alessio, fine intellettuale, protagonista della storia italiana. Partecipò giovanissimo alla Resistenza, i fascisti lo catturarono ma lui riuscì a fuggire e non smise mai di difendere i valori della libertà e della democrazia. Resta questo, anche per tutte e tutti noi, il suo lascito più grande” così in una nota la segretaria del Pd, Elly Schlein. (Roc)