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FORNERO: STOP INGANNI,
RIVALUTARE LE PENSIONI

FORNERO: STOP INGANNI, <BR> RIVALUTARE LE PENSIONI

All’epoca del governo Monti, nel 2012, “il provvedimento di blocco della rivalutazione delle pensioni era stato introdotto e giustificato dalle condizioni di forte difficoltà finanziarie del bilancio pubblico. Dovevamo mettere insicurezza il Paese. Oggi, se ascoltiamo quello che dice il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, se guardiamo ai valutatori internazionali o all’anda mento dello spread, e si tratta di buone notizie, non siamo in emergenza. Quindi, continuare a bloccare la rivalutazione delle pensioni equivale a un taglio sostanziale degli assegni dal momento che si perde potere di acquisto”. Così l’ex ministro Elsa Fornero, in una intervista a L'Altravoce dell'Italia, sulla pronuncia della Consulta potrebbe intervenire sulle pensioni dichiarando illegittimi i tagli alle rivalutazioni degli assegni rispetto all’inflazione. “La mancata indicizzazione è una forma di tassazione, le cui ragioni dovrebbero essere spiegate molto bene. Altrimenti bisogna ripristinarla. Non dire questo è per lo meno disonesto” aggiunge. “L’unica cosa chiara è che se si intervenisse con una rivalutazione piena ci sarebbe un esborso non piccolo da parte del governo. Ed è qui che i conti non tornano. Ci sono, ad esempio, alcuni ministri che insistono su una nuova rottamazione delle cartelle, che ha dei costi anche sostanziali. All'indomani dell'approvazione della legge di bilancio che abbraccia l’intero triennio 2025-2027, si tratta di un nuovo inganno, difficile da finanziare”. Ma i soldi per la “perequazione” piena ci sono o no? “Il governo deve trovare le risorse necessarie. E deve farlo o riducendo la spesa o aumentando le tasse perché non può fare nuovo debito. Ma questo è un problema del governo. Dal punto di vista dei cittadini, anche se hanno pensioni medio alte, la mancata rivalutazione porta automaticamente ad un impoverimento del reddito. E questo deve essere giustificato”. Quindi torna a difendere la sua riforma: “Quella legge teneva conto del fatto che il trend demografico del Paese e alcune difficoltà strutturali rendevano sostenibile il precedente sistema. Senza interventi si sarebbe messo a repentaglio proprio il sistema previdenziale dei giovani”. (12 feb - red)

 

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