Roma, 12 feb - “Noi dobbiamo assumere un punto di vista, che è ormai una certezza: più donne nella dimensione e nella sfera pubblica sono un bene, per le donne, per gli uomini e per l'intera società, non è una questione di giustizia sociale verso le donne. Forse questa consapevolezza che peraltro non affermano soltanto le donne ma ad esempio anche la Banca d'Italia da tanto tempo, che ci ripetono tutti gli indici economici di questo paese, dovrebbe indurre anche la politica a fare scelte più chiare, con effetto: in questo senso la discussione di oggi su un disegno di legge possibile che promuove e spinge più donne nella dimensione pubblica, in termini paritari”. Così Valeria Valente, senatrice del Pd, che a margine del convegno a Palazzo Giustiniani dal titolo “Riequilibrio di genere nelle designazioni e nelle nomine pubbliche, a che punto siamo?” rilancia la proposta di legge a sua prima firma che punta a promuovere l'equilibrio tra i sessi nelle autorità indipendenti, negli organi delle società a controllo pubblico e delle società quotate e nei comitati di consulenza del Governo.
In tema di competenze, sottolinea Valente, “oggi ricordiamo che le donne studiano, si laureano con voti più alti, anche più velocemente, però poi man mano che la piramide si stringe, man mano che saliamo, il numero di donne ai vertici diminuisce sempre di più. Questo significa che c'è ancora una segregazione di carattere tanto orizzontale quanto verticale: le donne e le competenze femminili sono ancora poco accolte in un mondo e in un modello che a dimensione pubblica è ancora prevalentemente costruito a misura di uomo e che per questo è respingente”. Secondo la senatrice dem “non è soltanto una questione di dimensione della cura familiare che pesa sulle spalle delle donne: anche la dimensione della sfera pubblica è costruita a misura di uomo e pertanto respingente. Invece quando mettiamo talenti e competenze non solo si afferma un altro punto di vista, prezioso per tutti, ma si affermano soprattutto competenze e saperi utili al paese intero”.
L’idea di Valente è quella di un ‘booster’ che completi il lavoro fatto dalle legge Golfo-Mosca nelle società quotate in Borsa, estendendone gli effetti anche alle società pubbliche o agli enti territoriali. “Noi abbiamo votato, la legge Golfo-Mosca, poi l'abbiamo anche prorogata nel tempo perché abbiamo visto una sua efficacia. Però era una legge limitata alle società quotate in borsa, oggi noi allarghiamo il campo di questa norma ma il principio resta lo stesso: più donne nella dimensione della sfera pubblica, quindi società controllate dal pubblico piuttosto che autorità indipendenti, piuttosto che nomine. Pensate alle nomine e alle società non solo del governo centrale, della Presidenza del Consiglio, dei ministeri a Roma, ma di tutti i comuni ed enti locali: sono tantissime, sono centinaia ogni anno e in questo modo prevalgono ancora drammaticamente gli uomini e quindi vengono escluse e tenute ai margini competenze e saperi utili a tutti”.
(PO / Sis)
(© 9Colonne - citare la fonte)