Lunedì prossimo, 24 febbraio, il Senato della Repubblica farà sventolare la bandiera dell’Ucraina per confermare il proprio sostegno a Kiev nel terzo anniversario dell’invasione russa. Ma all’interno delle aule parlamentari nelle ultime ore continua a vibrare il dibattito, tutto interno al centrosinistra, sul sostegno militare all’Ucraina, ora che gli Stati Uniti di Donald Trump spingono per un accordo senza Zelensky e senza spendere più un dollaro. Al punto che Chiara Appendino, vicepresidente del Movimento 5 Stelle, parla chiaramente di “partito trasversale della guerra” nelle opposizioni. Stamattina è stato il leader di Azione Carlo Calenda ad attaccare il cosiddetto ‘campo largo’: “Conte cerca di fare contemporaneamente il putiniano, il trumpiano e il progressista. Schlein fa finta di nulla e il Pd silente si gira dall’altra parte. Renzi, sulla linea Conte, spiega che la soluzione era trattare con i Russi mentre avanzavano verso Kiev”. E conclude: “I valori contano solo quando non intralciano il campo largo. Azione rimarrà ferma nel sostegno all’Ucraina contro chi la vuole annettere, tradire o taglieggiare”.
Da qui la replica di Appendino: “Ai tanti del centro sinistra che ci stanno attaccando voglio dire una cosa chiara: siete fuori strada. Il problema non siamo noi, siete voi e la vostra adesione cieca al partito trasversale della guerra. Voi insieme a Meloni avete contribuito ad alimentare il conflitto, a sottrarre soldi a sanità e scuola per comprare e inviare armi e a portare l'Europa al suicidio sostenendo una vittoria militare che mai sarebbe potuta esserci. E il problema siamo noi? Quando il partito trasversale della guerra capirà di essere in errore e chiederà scusa per gli anni di folle corsa al riarmo sarà troppo tardi”. Dalla stessa parte, con toni diversi, anche il leader di Avs Nicola Fratoianni: "Con Conte condivido un’analisi che è quella che facciamo anche noi da molto tempo, e che prescinde dalle sue parole: e cioè che la guerra in Ucraina dopo l’aggressione di Putin doveva essere fermata molto tempo fa, con un’iniziativa diplomatica che non c’è stata, e che invece ha lasciato il campo all’escalation militare, nel nome di una retorica sulla ‘vittoria’ e sull’unica via dell’uso militare che si è invece rivelata del tutto infondata”. E oggi, sottolinea, “mi concentrerei sulla discussione che è in corso in Europa dove si discute di una deroga al patto di stabilità per aumentare la spesa militare. Si è d'accordo o si è favorevoli? Il patto di stabilità va non solo allentato ma pesantemente derogato per aumentare la spesa sociale, per la spesa in sanità e in istruzione pubblica, in politiche industriali”.
(Sis)
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