“Nella vicenda di spionaggio di cui è stato vittima anche don Mattia Ferrari (NELLA FOTO) è in gioco la democrazia. Il governo deve fare chiarezza, con trasparenza, per arrivare alla verità. E poi alla giustizia”. È severa la presa di posizione di monsignor Francesco Savino, vicepresidente della Conferenza episcopale italiana (Cei) e vescovo di Cassano All'Ionio, intervistato da La Stampa. Il cappellano di Mediterranea Saving Humans è stato “tenuto d'occhio” con lo spyware Paragon. “Sono profondamente amareggiato e preoccupato – dice Savino -. Quando si utilizzano questi metodi nei confronti di giornalisti, attivisti, possibili oppositori e, ancora peggio, di persone che dedicano la loro vita a un servizio prezioso come quello dell'accoglienza e della tutela dei più vulnerabili, dobbiamo fermarci e porci alcune domande fondamentali: perché? Quale sarà il prossimo passo? Dobbiamo chiederci se queste modalità siano compatibili con un sistema democratico sano e trasparente, se contribuiscano davvero a rafforzare le nostre istituzioni o, al contrario, le indeboliscano minando la fiducia dei cittadini”. Quali sono, secondo lei, le responsabilità del governo? E che cosa si aspetta adesso? “Per il ruolo che ricopro come vicepresidente della Cei e come vescovo, ritengo che al governo spetti un compito fondamentale: fare chiarezza. È necessario spiegare che cosa sia accaduto, quali siano le motivazioni dietro questa sorveglianza, quali criteri siano stati utilizzati”. (26 FEB - deg)
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