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DAZI USA, IN CANADA
MONTA LA PROTESTA

DAZI USA, IN CANADA <br> MONTA LA PROTESTA

Il Canada si ribella. Dopo l'annuncio dell'amministrazione Trump dell’imposizione di dazi del 25% su alcuni prodotti canadesi e messicani, il paese della foglia d'acero ha risposto con una campagna che sta diventando virale: boicottare i prodotti americani. Dai supermercati ai ristoranti, dalle vacanze alle piattaforme di e-commerce, sempre più consumatori canadesi stanno facendo scelte consapevoli per escludere tutto ciò che è "Made in USA".

L'ondata di protesta ha travolto le abitudini quotidiane di milioni di cittadini. Nei supermercati, prodotti statunitensi come mele, peperoni e latticini rimangono invenduti sugli scaffali, mentre quelli locali registrano un’impennata nelle vendite. Alcune catene di distribuzione hanno addirittura introdotto cartellonistica dedicata, con slogan come "Buy Canadian" e foglie d’acero rosse a segnalare i prodotti di origine nazionale.

 Ma non si tratta solo di generi alimentari. Anche il settore turistico sta accusando il colpo: il Canada è tradizionalmente uno dei principali mercati per l’industria turistica statunitense, con viaggiatori che nel 2023 hanno speso oltre 20 miliardi di dollari negli Stati Uniti. Ma ora, molte famiglie e aziende stanno ripensando le proprie vacanze e viaggi d'affari, scegliendo mete alternative all'interno del Canada. Secondo un sondaggio dell’Angus Reid Institute, l’85% dei canadesi ha dichiarato di voler sostituire i prodotti americani con alternative locali, e quasi la metà prevede di cancellare o modificare piani di viaggio per evitare gli Stati Uniti.

La campagna non riguarda solo i singoli cittadini: anche grandi aziende e istituzioni stanno prendendo posizione. La studio legale Fasken Martineau DuMoulin ha rinunciato a un evento aziendale a Las Vegas, cancellando prenotazioni per oltre un milione di dollari canadesi. Alcune compagnie aeree hanno ridotto la frequenza dei voli verso gli Stati Uniti, anticipando un calo della domanda.

L’impatto del boicottaggio ha raggiunto anche il settore del lusso e della ristorazione. Molti clienti, per principio, evitano vini californiani e altri prodotti di fascia alta provenienti dagli USA. Greg Taylor, chief investment officer della società Purpose Investments, ha ammesso di saltare volutamente la sezione americana nei menu dei ristoranti. "Lo faccio per ripicca", ha dichiarato.

Sul fronte politico, il premier uscente Justin Trudeau ha dichiarato di essere al lavoro "giorno e notte" per scongiurare l’applicazione dei dazi, ma il malcontento popolare rischia di trasformarsi in un fattore politico determinante. L’opposizione conservatrice, guidata da Pierre Poilievre, ha cavalcato la rabbia dei cittadini, proponendosi come alternativa più dura nei negoziati con Washington. Tuttavia, Poilievre deve fare i conti con la percezione dell’opinione pubblica di una sua vicinanza ideologica con Trump.

Nel frattempo, la protesta assume forme sempre più creative. In molti hanno scaricato app come "Buy Beaver" e "Maple Scan", che consentono di scansionare i codici a barre per verificare se un prodotto sia canadese o meno. Gli utenti sono sempre più determinati: alcuni hanno sostituito il cibo per animali con alternative locali, altri hanno cambiato brand di cosmetici, cercando di eliminare ogni traccia di "Made in USA" dalle loro case.

Il boicottaggio ha però un costo. Evitare i prodotti statunitensi significa spesso dover acquistare beni importati da più lontano, con costi di trasporto maggiori e prezzi più alti per i consumatori. Ma per molti, la questione va oltre il portafoglio. "Per chi può permetterselo, è un dovere morale acquistare prodotti canadesi per compensare chi non ha questa possibilità", ha spiegato Ellen Bessner, avvocato di Toronto. (28 feb - alp)

(© 9Colonne - citare la fonte)