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direttore Paolo Pagliaro

UE VICINA A ZELENSKY
MELONI: NO DIVISIONI

UE VICINA A ZELENSKY <BR> MELONI: NO DIVISIONI

“Ogni divisione dell’Occidente ci rende tutti più deboli e favorisce chi vorrebbe vedere il declino della nostra civiltà. Non del suo potere o della sua influenza, ma dei principi che l'hanno fondata, primo fra tutti la libertà. Una divisione non converrebbe a nessuno. È necessario un immediato vertice tra Stati Uniti, Stati europei e alleati per parlare in modo franco di come intendiamo affrontare le grandi sfide di oggi, a partire dall’Ucraina, che insieme abbiamo difeso in questi anni, e di quelle che saremo chiamati ad affrontare in futuro. È la proposta che l'Italia intende fare ai suoi partner nelle prossime ore”. Così il premier Giorgia Meloni, dopo l’incontro-scontro alla Cssa Bianca tra Trump e Zelensky. L’Europa fa quadrato intorno all’Ucraina: C'è un aggressore: la Russia. “C’è una vittima: l'Ucraina. Avevamo ragione ad aiutare l’Ucraina e a sanzionare la Russia tre anni fa – e a continuare a farlo. Con “noi” intendo gli americani, gli europei, i canadesi, i giapponesi e molti altri. Grazie a tutti coloro che hanno aiutato e continuano a farlo. E rispetto per coloro che lottano fin dall’inizio, perché lottano per la loro dignità, la loro indipendenza, i loro figli e la sicurezza dell’Europa” scrive su X Emmanuel Macron. “La tua dignità onora il coraggio del popolo ucraino. Sii forte, sii coraggioso, sii impavido.  Non sei mai solo, caro Presidente Zelensky. Continueremo a lavorare con voi per una pace giusta e duratura” scrive su X la presidente della Commissione europea, Ursula Von Der Leyen. iIdentici messaggi da parte del presidente del Consiglio europeo Antonio Costa e del presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola.

LO SCONTRO. Una scena surreale, difficilmente vista nella storia della diplomazia internazionale, clamorosa al pari delle scarpe battute sul tavolo da Nikita Kruscev all’Onu. Ma quello, il 1960, era il periodo della guerra fredda e Washington e Mosca erano divise da un’impenetrabile cortina di ferro. Oggi, a lasciare esterrefatti è la vera e propria “lavata di capo” inferta alla Casa Bianca dal presidente americano Donald Trump all’omologo ucraino Volodymyr Zelensky dimostrando in modo irrefutabile che dallo scorso 20 gennaio le leadership di Mosca e Washington sono per molti versi allineate sulle stesse posizioni. Anche se il leader repubblicano ha affermato di considerarsi “nel mezzo” rispetto alla disputa tra Russia e Ucraina, da quanto avvenuto oggi la verità sembrerebbe ben diversa, e molto più favorevole al Cremlino. “Stai giocando con la vita di milioni di persone. State giocando con la Terza Guerra Mondiale e quello che state facendo è molto irrispettoso nei confronti di questo Paese”, ha affermato un Trump molto arrabbiato, sottolineando che potrebbe rivelarsi “estremamente difficile” negoziare con la sua controparte ucraina invitandola più volte a “essere grata” agli Stati Uniti.

Zelensky ha provato a replicare più volte alle affermazioni inesatte di Trump, tra cui quella degli oltre 300 miliardi di dollari che dagli Usa sarebbero partiti alla volta di Kiev. Per tutta risposta il leader ucraino è stato perfino dileggiato per il suo modo di vestire, ovvero senza giacca e cravatta. Le tensioni sono aumentate quando il presidente ucraino ha chiesto garanzie di sicurezza e ha dichiarato che “Non accetteremo mai un semplice cessate il fuoco”, al che Trump ha risposto, con rabbia, che Zelensky non è “nelle condizioni” di decidere questo quando “i tuoi soldati stanno morendo” e la guerra va verso una sconfitta inevitabile; una guerra, ha aggiunto Trump, imputabile anche alla decisione del suo predecessore di sostenerla rifornendo Kiev di armi. Quindi il Tycoon ha accusato la controparte di “mettersi in una posizione molto brutta” ribadendo che non ha “le carte in mano” per dettare condizioni mentre “io le ho”. Poi lo ha minacciato: “Fai un accordo con la Russia” o ti lasceremo indietro”. In ballo, va ricordato, ci sono i 500 miliardi di dollari che Trump intende includere nell’accordo sulle terre rare che dovrebbe essere firmato oggi: una cifra che Zelensky non intenderebbe vidimare.

Alla fine Trump ha invitato Zelensky a lasciare la Casa Bianca. Il Tycoon ha quindi scritto sui social: “Abbiamo avuto un incontro molto significativo oggi alla Casa Bianca. Si è imparato molto” di ciò che “non si sarebbe mai potuto comprendere senza un dialogo”, sotto una forte pressione. “È incredibile ciò che emerge dalle emozioni – ha aggiunto Trump - e ho concluso che il presidente Zelensky non è pronto per la pace se l'America è coinvolta, perché ritiene che il nostro coinvolgimento gli dia un grande vantaggio nei negoziati”. "Non voglio vantaggi, voglio la PACE”. Zelensky “Ha mancato di rispetto agli Stati Uniti d'America nel loro amato Studio Ovale”. "Potrà tornare quando sarà pronto per la Pace." (28 feb - deg)

(© 9Colonne - citare la fonte)