Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

UE, LE OPPOSIZIONI:
MELONI FUGGE

UE, LE OPPOSIZIONI: <Br> MELONI FUGGE

"Abbiamo chiesto, tutte le opposizioni, la Meloni in aula prima del Consiglio straordinario del 6 marzo: ci è stato detto che non è nelle condizioni di venire e questo ci dispiace molto, perché sono settimane che le opposizioni lo chiedono dal caso Almasri, passando per le vicende inquietanti connesse a Paragon, ma purtroppo Giorgia Meloni non verrà": così il capogruppo del Pd al Senato Francesco Boccia, al termine della capigruppo a Palazzo Madama. "Siamo molto preoccupati - aggiunge - perché avremmo voluto prima di questo Consiglio straordinario capire la posizione della presidente sulla collocazione internazionale del nostro Paese, sulla difesa comune, sull'Ucraina, sui dazi e in  generale sull'Europa. Di fronte anche a una gravissima crisi internazionale Giorgia Meloni ha privilegiato qualche trasmissione tv al Parlamento. Noi insistiamo e continuiamo a protestare, chiediamo rispetto verso il Parlamento". "Ci pare di poter dire - aggiunge - che lei non venga in Parlamento perché la maggioranza è molto divisa sulle grandi questioni internazionali ed evitano di mostrare queste divisioni in Parlamento".  "Se un vicepremier sente l'esigenza di rivolgersi all'altro vicepremier, dicendogli 'guarda che tu ti occupi dei trasporti e della politica estera me ne occupo io', mi sembra che sia sacrosanto che le opposizioni chiedano al premier se la posizione del governo sia quella di Tajani o quella di Salvini, o nessuna delle due. Se Meloni non se la sente di venire, al di là che ha sbagliato mestiere, dovrebbe consentire almeno al Parlamento di discutere delle questioni internazionali" ha detto il presidente dei senatori pentastellati Stefano Patuanelli. "Questa - aggiunge il capogruppo Avs Peppe De Cristofaro - è la terza vicenda nella quale la premier si sottrae al dibattito parlamentare, ricordiamo poche settimane fa la vicenda Almasri e poi quella Paragon, diciamo che su tutti i principali nodi della politica italiana negli ultimi tre mesi il governo è assente". "La premier - afferma il senatore Iv Ivan Scalfarotto - si sente più a suo agio al Copasir, con l'opinione pubblica che non viene a sapere le cose, per cui vanno spesso lì e pochissimo in aula ma il popolo vorrebbe sapere". “Il presidente del Consiglio non fugge proprio da nulla: le sue presenze in Parlamento sono in linea con quelle degli altri premier, anzi di più: la presidente Meloni lavora h24 per tutelare e rappresentare l'Italia in un contesto molto difficile e in  grande evoluzione. Non mi aspetto collaborazione e comprensione dalle opposizioni, ma nel frattempo la premier lavora in modo frenetico per l'Italia". Così il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, al termine della capigruppo del Senato in cui le opposizioni avevano chiesto che la premier riferisse alle Camere prima del Consiglio europeo straordinario del 6 marzo.   "Abbiamo accolto - aggiunge - la richiesta delle opposizioni di individuare dei premier question time sia alla Camera che al Senato, Meloni nei prossimi 4 mesi sarà 6 volte in Parlamento". "Divisione della maggioranza? Noto che anche la settimana scorsa sulla legge di delegazione europea abbiamo votato tutti allo stesso modo, mentre le opposizioni si sono divise" evidenzia il capogruppo di Fdi in Senato, Lucio Malan, che sul premier time dà alcuni dati: "Enrico Letta ne fece uno, Renzi 0, Gentiloni 0, Conte 2 nel suo primo governo e 0 nel secondo, Draghi 0, Meloni 2 compreso quello programmato ad aprile. Mi riferisco al Senato. Il Parlamento ha tempi e modalità che sono più che rispettati e non si può rimproverare a un premier di tenere rapporti con la stampa". "La notizia non è che Giorgia Meloni non verrà, ma quella, che già era nota, che verrà sia in vista del Consiglio europeo il 18 marzo che per un premier time - commenta il presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri - le sue presenze sono paragonabili o superiori a quelle di altri governi, dopodiché la situazione generale è in notevole evoluzione e quindi è bene anche avere un quadro più stabilizzato della situazione internazionale, altrimenti dovremmo fare un talk show. Non c'è nessuna fuga". “Noi divisi? Ho visto il Pd prendere nei giorni scorsi tre posizioni diverse sull'Ucraina al Parlamento europeo. In questi anni tutti gli atti di sostegno all'Ucraina e di invio di armi li abbiamo tutti sostenuti come maggioranza, sui fatti c'è stata forte e chiara unità". "Non recitiamo il copione previsto dalla sinistra e dai loro giornali come Repubblica: i giornali sono liberi ma anche noi" conclude Gasparri. (Roc)                   

 

(© 9Colonne - citare la fonte)