Il governo ha annunciato oggi, al termine del Consiglio dei Ministri, l’approvazione di una legge che introduce il reato autonomo di femminicidio, un passo considerato fondamentale per rafforzare la tutela delle donne e contrastare con maggiore efficacia la violenza di genere. Un provvedimento che segna una svolta normativa e culturale, accompagnato da un insieme di misure che puntano non solo a punire i responsabili, ma anche a prevenire e sostenere le vittime.
A illustrare i dettagli della riforma è stato il Ministro per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità, Eugenia Roccella, che ha aperto la conferenza stampa sottolineando il valore di questo intervento legislativo. "Abbiamo sempre posto la battaglia contro la violenza sulle donne al centro della nostra agenda. Il primo intervento normativo ha introdotto misure importanti, come l'arresto in flagranza di ferita e il rafforzamento delle misure cautelari, ma i numeri restano allarmanti. Per questo abbiamo deciso di intervenire nuovamente con una legge che finalmente riconosce il femminicidio come reato autonomo, prevedendo l’ergastolo per i colpevoli", ha spiegato Roccella, evidenziando il significato di questa novità dal punto di vista giuridico e simbolico.
Sul piano tecnico, la riforma è stata approfondita dal Ministro della Giustizia Carlo Nordio, che ha chiarito come questa scelta normativa eviti le criticità legate al bilanciamento tra attenuanti e aggravanti, che finora hanno spesso impedito l’applicazione della pena dell’ergastolo nei casi più gravi. "La novità non è solo giuridica, ma rappresenta un forte segnale culturale", ha detto Nordio. "Separare il femminicidio dall’omicidio comune significa riconoscere la specificità di un crimine che si basa sulla discriminazione, sull’odio e sulla prevaricazione contro le donne. Non si tratta solo di un atto di violenza, ma di una violazione della libertà e dell’autodeterminazione femminile".
L’urgenza di questa misura è stata ribadita dal Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, che ha portato all’attenzione i dati più recenti sulla violenza di genere in Italia. "Nel 2024 sono già stati registrati 99 femminicidi. Solo a gennaio si sono verificati tre casi. È una mattanza che va fermata", ha dichiarato con fermezza. Ha poi illustrato il lavoro delle forze di polizia nel contrasto a questo fenomeno, evidenziando il crescente utilizzo di strumenti di prevenzione come gli ammonimenti per stalking e violenza domestica, aumentati rispettivamente del 44% e del 126% rispetto all’anno precedente. "Abbiamo intensificato l’impiego dei braccialetti elettronici, oggi attivi in oltre 5.700 casi, e rafforzato le stanze rosa, luoghi di ascolto per le vittime nelle questure e nelle caserme, che ora sono 339 in tutto il Paese", ha aggiunto.
Ma combattere la violenza di genere non significa solo inasprire le pene e rafforzare le misure di sicurezza: è fondamentale offrire alle donne strumenti concreti per ricostruire la propria vita e affrancarsi dalla dipendenza economica dai loro aggressori. A sottolinearlo è stata il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Marina Elvira Calderone, che ha illustrato le misure di sostegno già messe in campo. "Dal primo gennaio 2024, abbiamo garantito protezione a 3.516 donne vittime di violenza, sostenendo i loro nuclei familiari con l’assegno di inclusione e altri aiuti, come il contributo per l’affitto e l’assegno unico per i figli", ha spiegato. "Garantire loro un’indipendenza economica non significa solo fornire assistenza, ma restituire libertà. Un lavoro stabile può salvare una donna dalla violenza prima ancora che sia troppo tardi".
Sul fronte della prevenzione e della sensibilizzazione, secondo gli intendimenti del governo, un ruolo chiave può giocarlo anche il mondo accademico. Il Ministro dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini ha annunciato, quindi un finanziamento di 8,5 milioni di euro per l’attivazione di sportelli antiviolenza all’interno degli atenei. "Abbiamo deciso di rispondere concretamente all’appello dei rettori, che negli ultimi giorni hanno chiesto un intervento più deciso", ha spiegato. "Ogni università potrà gestire questi fondi nel rispetto della propria autonomia, ma l’obiettivo è chiaro: garantire spazi di ascolto e sostegno alle persone che subiscono le conseguenze della violenza di genere".
A chiudere gli interventi è stata Maria Elisabetta Alberti Casellati, Ministro per le Riforme Istituzionali e la Semplificazione Normativa, che ha inquadrato questa riforma in un più ampio progetto di revisione normativa. "L’introduzione del delitto di femminicidio è solo il primo passo verso un testo unico che stiamo elaborando, in collaborazione con il Ministro Roccella e tutti i ministri competenti", ha annunciato. "Questo testo raccoglierà, da un lato, tutte le norme sui diritti delle donne, affinché ne abbiano piena consapevolezza, e dall’altro le disposizioni che puniscono ogni forma di violenza e discriminazione fino al femminicidio".
Casellati ha ribadito come questa riforma rappresenti un cambio di paradigma: "Fino ad oggi, la giustizia non è stata in grado di sanzionare adeguatamente questi crimini. Ora, invece, si riconosce non solo la loro gravità, ma anche la specificità della violenza di genere, che è fondata su un rapporto di potere asimmetrico tra vittima e aggressore". Ha poi concluso con un auspicio: "Mi auguro che questa norma sarà straordinariamente efficace per tutelare le donne dalla violenza e per mettere fine a questa strage silenziosa".
“Oggi il Governo compie un altro passo avanti nell’azione di sistema che sta portando avanti fin dal suo insediamento per contrastare la violenza nei confronti delle donne e per tutelare le vittime. Il Consiglio dei ministri ha varato un disegno di legge estremamente significativo, che introduce nel nostro ordinamento il delitto di femminicidio come reato autonomo, sanzionandolo con l’ergastolo, e prevede aggravanti e aumenti di pena per i reati di maltrattamenti personali, stalking, violenza sessuale e revenge porn”. Così il presidente del Consiglio Giorgia Meloni. “Norme che considero molto importanti e che abbiamo fortemente voluto per dare una sferzata nella lotta a questa intollerabile piaga. Ringrazio i Ministri che hanno lavorato al provvedimento e che ci hanno permesso di raggiungere, alla vigilia della Festa della Donna, questo importante risultato”.
(7 MAR – RED)
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