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UCRAINA, AL VIA A RIAD
I COLLOQUI USA-RUSSIA

UCRAINA, AL VIA A RIAD <BR> I COLLOQUI USA-RUSSIA

Una nuova ondata di attacchi russi su Kiev, Kharkiv e Zaporizhia sono stati condotti nella notte, a poche ore dall’avvio dei colloqui tra Stati Uniti e Russia, a Riad, su un possibile cessate il fuoco. I bombardamenti hanno provocato “diverso feriti” secondo le autorità locali. Intanto ieri si sono svolti una serie di incontri preliminari a Riad tra la delegazione statunitense e quella ucraina. Secondo il ministro della Difesa di Kiev, Rustem Umerov, il faccia a faccia tra i rappresentanti dei due paesi è da considerarsi “fruttuoso”. “Abbiamo terminato il nostro incontro con la squadra americana. La discussione è stata produttiva e mirata. “Abbiamo discusso di questioni chiave, tra cui l'energia”, ha spiegato ai giornalisti dopo la fine dell'incontro, aggiungendo che l'Ucraina sta lavorando per raggiungere il suo obiettivo di una “pace giusta e duratura”. E oggi, come detto, la parola passa alla “sponda” russa per dei colloqui che Mosca ha già bollato come “difficili”.  

Da parte sua, però, l'inviato speciale di Donald Trump, Steve Witkoff, si è mostrato decisamente ottimista, affermando di aspettarsi “veri progressi” durante questi colloqui con la coppia di negoziatori inviata da Vladimir Putin: Grigory Karasin, ex diplomatico diventato senatore, e Sergei Besseda, alto membro dei Servizi di sicurezza (FSB). “Penso che lunedì assisteremo a veri progressi in Arabia Saudita, in particolare per quanto riguarda il Mar Nero”, ha detto Witkoff intervistato da Fox News, riferendosi a “un cessate il fuoco sulle navi tra i due Paesi”, un risultato dal quale “ci muoveremo naturalmente verso un cessate il fuoco completo”.

L’esponente dell’amministrazione americana si è inoltre detto certo che “Putin voglia la pace”. Alla domanda sui motivi che dovrebbero rendere sicuri i paesi terzi sul fatto che Putin, il momento in cui ottenesse delle concessioni vantaggiose, non invaderebbe comunque tutta l’Ucraina, se non altri paesi europei, l'inviato americano ha risposto: “Semplicemente non lo vedo desideroso di conquistare tutta l'Europa". Questa è una situazione molto diversa da quella della Seconda Guerra Mondiale, quando l'esercito sovietico marciò su Berlino per combattere contro la Germania nazista”. Se Vladimir Putin “è in guerra da diversi anni, è in gran parte a causa di queste cinque regioni” dell'Ucraina che la Russia ha ufficialmente annesso, ha sostenuto Witkoff, sostenendo che “l'opinione all'interno della Russia è che questi siano territori russi, che ci siano stati referendum in questi territori, il che giustifica queste azioni”. “Non sto prendendo posizione quando dico questo”, ha aggiunto l'emissario, “sto solo identificando quali sono i problemi” da risolvere.

Secondo quanto diversi media americani, l'amministrazione Trump mirerebbe a garantire un ampio accordo di tregua tra Russia e Ucraina entro Pasqua. In particolare, la Casa Bianca punterebbe a raggiungere il cessate il fuoco entro il 20 aprile, giorno di Pasqua che quest’anno cade sia per la Chiesa cattolica che per quella ortodossa.

Come accennato, però, l’ottimismo a stelle e strisce pare scontrarsi con i commenti provenienti da Mosca, dove il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, parlando alla televisione di Stato, ha affermato che a Riad “saremo solo all'inizio di un percorso” che forse porterà alla risoluzione della crisi ucraina, aggiungendo che i negoziati con Washington saranno “complessi” e che l'attenzione “principale” di Mosca sarà su una possibile ripresa di un accordo per garantire una navigazione sicura per le navi commerciali nel Mar Nero. In ogni caso, è evidente che un cessate il fuoco completo in tempi brevi appare per lo meno improbabile, anche tenendo presente che pure nella sua ultima telefonata con Trump, Putin ha ribadito che qualsiasi colloquio deve affrontare quelle che definisce come “le cause profonde” dell'invasione su vasta scala di Mosca nel 2022, principalmente le sue preoccupazioni circa un'alleanza NATO in espansione.

Da parte sua, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha invitato domenica l’omologo americano, Donald Trump, a “spingere” Putin a porre fine agli attacchi contro l'Ucraina. “Qualunque siano i nostri scambi con i nostri partner, dobbiamo spingere Putin a dare un ordine reale per fermare gli attacchi: chiunque abbia iniziato questa guerra deve porvi fine”, ha dichiarato in serata Zelensky sui social network. Intanto, il primo ministro britannico Keir Starmer e il primo ministro olandese Dick Schoof si sono confrontati ieri sugli sviluppi della crisi ucraina, ha riferito Downing Street. In tale occasione, Starmer “ha sottolineato l'impressionante coordinamento militare in atto” nella cosiddetta coalizione dei “volenterosi”. “Entrambi hanno convenuto che un continuo slancio politico e un'azione mirata, promossa dai membri della Coalizione dei volenterosi, sono essenziali per mettere l'Ucraina nella posizione più forte possibile per una pace sicura e duratura. Passando a discutere della difesa e della sicurezza europea in senso più ampio, i leader hanno convenuto che tutti i paesi devono farsi avanti per far fronte alle crescenti minacce che ci troviamo ad affrontare. Hanno aggiunto che una cooperazione molto più stretta sulle nostre capacità difensive sarà di vitale importanza nei prossimi decenni per proteggere l'Europa e garantirne il futuro”. La cosiddetta “coalizione dei volenterosi”, guidata da Regno Unito e Francia, potrebbe prevedere l’invio di truppe provenienti da alcuni paesi europei e della Nato in Ucraina come forze di mantenimento della pace per scoraggiare future aggressioni russe. (24 MAR - deg)

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