L'esercito israeliano ha lanciato ieri un'offensiva nella Striscia di Gaza meridionale e ha continuato le operazioni altrove nel territorio palestinese, cinque giorni dopo la rottura del cessate il fuoco con Hamas. Per l’enclave si tratta di una ricaduta in un inferno che secondo gli ultimi bilanci ha ormai provocato oltre 5t0mila morti, di cui oltre 500 solo dalla ripresa delle ostilità. Si tratta in stragrande maggioranza di civili innocenti, tra cui migliaia di donne e bambini, che Israele si ostina a definire “vittime collaterali” accusando Hamas di utilizzarli come scudi umani. Una “giustificazione” che di fronte a tali numeri apocalittici si fa davvero difficoltà a prendere in considerazione. Intanto nella Striscia si sta nuovamente diffondendo “l’epidemia” della malnutrizione a causa della scarsità di rifornimenti primari dato che il blocco totale di tutti gli aiuti da parte di Israele entra nella sua quarta settimana. I responsabili di programmi di sostegno internazionali alla popolazione hanno affermato che, se possibile, le distribuzioni saranno ridotte gradualmente, mentre la fornitura di pasti dalle cucine comunitarie che sfamano circa un milione di persone diventerà progressivamente più difficile. “Ad un certo punto finiremo le scorte e la situazione diventerà disperata... ma anche se avessimo le scorte sarebbe molto difficile distribuirle perché la mancanza di sicurezza ci impedirebbe di operare”, ha affermato un funzionario delle Nazioni Unite con sede a Gaza.
Intanto, il capo della diplomazia europea, Kaja Kallas, è giunto ieri sera in Israele, dove chiederà un "ritorno immediato" all'accordo di cessate il fuoco per fermare la "distruzione di Gaza". "La sofferenza deve finire", ha esortato. "L'offensiva militare di Israele ha causato spaventose perdite di vite umane. "Finché questa guerra continuerà, entrambe le parti perderanno ", ha sottolineato, in vista dell’incontro odierno con i leader israeliani e palestinesi. "Israele ha il diritto di difendersi, ma deve rispettare la vita dei civili e il diritto umanitario. Le minacce di annettere parti di Gaza sono inaccettabili", ha affermato. "Nei miei colloqui con i leader israeliani e palestinesi, sottolineerò l'urgenza dei negoziati. Tutti gli ostaggi devono essere rilasciati immediatamente. La sofferenza deve finire. La distruzione di Gaza non fa che alimentare la radicalizzazione", ha aggiunto Kallas. Oggi il massimo diplomatico dell'Unione Europea incontrerà il presidente israeliano Isaac Herzog, il ministro degli Esteri Gideon Saar e il leader dell'opposizione Yair Lapid. Si recherà anche nei territori palestinesi per incontrare il presidente Mahmoud Abbas e il primo ministro Mohammad Mustafa. Ieri Kaja Kallas ha discusso in Egitto del piano arabo per la ricostruzione di Gaza. “Gaza appartiene ai palestinesi. "Quando questa guerra finirà, Gaza dovrà essere ricostruita il più rapidamente possibile e il piano sostenuto dagli arabi offre un modo realistico per farlo", ha affermato. (24 MAR - deg)
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