Roma, 25 mar – “Il pane artigianale è una chiave attraverso la quale possiamo davvero promuovere i nostri borghi, perché il pane ha una storia millenaria fatta di sapienza nella trasformazione. Noi abbiamo degli artigiani straordinari, ma anche sapienza nel combinare le materie prime. Per farlo però, anche per fare promozione, bisogna avere degli standard, dei disciplinari, riconoscere la professione, quindi insieme a Inap, che è un'organizzazione nazionale che in questi anni ha costruito una vera mappa del pane dando anche delle indicazioni rispetto a come si assaggia il pane, come si riconosce la qualità. Dobbiamo provare però a tradurre anche queste corrette informazioni in strumenti legislativi, appunto per riconoscere una professione ma anche il prodotto”. Così Maria Chiara Gadda, deputata di Italia Viva, in occasione di una conferenza stampa con l’Inap - Istituto Nazionale Assaggiatori Pani, per presentare la banca dati costruita in 15 anni di attività e la mappa tecnica sensoriale utile a valutare la buona qualità del pane. Secondo Walter Cricrì, direttore Inap, “il pane è un prodotto territoriale, identitario” per cui è importante “dare uno strumento su tutti i territori nazionali che possa fare da megafono, da veicolo, anche da attrattore turistico-gastronomico a disposizione di ogni territorio che vuole e può distinguersi. Per cui noi offriamo la nostra disponibilità a fare formazione in tutto il territorio nazionale e attraverso questo ovviamente se questi assaggiatori vengono anche riconosciuti da un eventuale albo nazionale magari gestito territorialmente per regione, sarebbe sicuramente uno strumento di grande importanza a disposizione di tutto il settore partendo dalla panificazione, passando per la ristorazione per raggiungere finalmente il consumatore che sarà un consumatore attento”. Sottolinea Vincenzo Barbieri, presidente Inap: “Noi abbiamo la fortuna di vivere in un paese come l’Italia in cui i pani sono veramente tanti, all’interno di ogni regione ogni paese ha un pane diverso uno dall’altro. E io vedo nel pane una forza economica di sostenibilità straordinaria”.
(Po / Sis)