Il Tribunale di Parigi ha riconosciuto Marine Le Pen, deputata ed ex presidente del Rassemblement National, colpevole di appropriazione indebita di fondi pubblici, condannandola all’ineleggibilità per 5 anni e a 4 anni di carcere di cui due senza condizionale, con la possibilità dell'uso del braccialetto elettronico. Condannati anche nove eurodeputati del RN, mentre al partito verrà confiscato un milione di euro sequestrati durante la procedura giudiziaria. La sentenza impedirà dunque alla leader della destra nazionalista francese, definita la forza trainante di un “sistema” finalizzato all'appropriazione indebita dei fondi del Parlamento europeo, di candidarsi alle presidenziali del 2017. Secondo la sentenza, infatti, il partito avrebbe utilizzato impropriamente, tra il 2004 e il 2016, 2,9 milioni di euro provenienti dal bilancio del Parlamento europeo: invece che finanziare il lavoro degli assistenti parlamentari, li avrebbe impiegati per attività interne al partito a livello nazionale. “Quella contro Marine Le Pen è una dichiarazione di guerra da parte di Bruxelles, in un momento in cui le pulsioni belliche di von der Leyen e Macron sono spaventose. Non ci facciamo intimidire, non ci fermiamo: avanti tutta amica mia. Chi ha paura del giudizio degli elettori, spesso si fa rassicurare dal giudizio dei tribunali”. Così Matteo Salvini, vicepremier e segretario della Lega, ha commentato la sentenza. Per il deputato PD Marco Furfaro, invece, “è la solita storia: quelli che gridano più forte contro i 'parassiti' alla fine sono i primi a parassitare. Quelli che giurano di voler 'ripulire il sistema' sono quelli che lo usano come bancomat personale. Che sia un promemoria per tutte e tutti”. Ma Le Pen ha ricevuto messaggi di sostegno anche dal Cremlino, che ha definito la sentenza "una violazione delle norme democratiche”, mentre "Je suis Marine”, è stato il trweet solidale del premier ungherese, Viktor Orban. (31 mar-mol)
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