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direttore Paolo Pagliaro

UE: OK CPR IN ALBANIA
MELONI: NOI APRIPISTA

 UE: OK CPR IN ALBANIA <BR> MELONI: NOI APRIPISTA

"Siamo a conoscenza degli ultimi sviluppi riguardanti il decreto sui centri in Albania e siamo in contatto con le autorità italiane: secondo le nostre informazioni, la legislazione nazionale italiana si applicherebbe a questi centri, come è stato finora per l'asilo. In linea di principio, ciò è conforme al diritto dell'Ue". Così il portavoce della Commissione europea per gli Affari interni, Markus Lammert, in merito alla conversione in centro di permanenza per il rimpatrio della struttura di Gjader, in Albania, avvenuta tramite il decreto legge approvato lo scorso venerdì dal Consiglio dei ministri. Intanto la premier Giorgia Meloni, intervenuta con un videomessaggio al Border Security Summit di Londra, organizzato dal premier britannico Keir Starmer, ha toccato proprio il tema dei centri per migranti in Albania: "Con Keir siamo d’accordo che non bisogna aver paura di immaginare e costruire soluzioni innovative, come quella avviata dall’Italia con l’Albania. Modello criticato all’inizio ma che ha poi raccolto sempre più consenso, tanto che oggi l’Unione Europea propone di creare centri per i rimpatri nei Paesi terzi. Ciò vuol dire che avevamo ragione, e che il coraggio di fare da apripista è stato premiato". La sicurezza dei confini, sottolinea Meloni, "è una priorità che l’Italia e il Regno Unito condividono e che rappresenta un punto fondamentale della cooperazione bilaterale tra le nostre Nazioni, perché siamo entrambi convinti che dalla sicurezza dipenda la nostra libertà, la prosperità e il benessere dei nostri popoli". "Con Keir - aggiunge il premier - siamo d’accordo che la sicurezza dei confini passa anche e soprattutto dal governo dei flussi migratori e dal contrasto all’immigrazione illegale di massa. Fenomeno globale, che interessa particolarmente l’Europa, dentro e fuori i confini Ue. È il motivo per il quale i nostri Governi stanno lavorando insieme da tempo per sconfiggere le organizzazioni criminali che lucrano sulla disperazione e sul legittimo desiderio delle persone di avere condizioni di vita migliori. Stiamo unendo gli sforzi, facendo parlare di più le Forze di polizia, i servizi di intelligence e le autorità giudiziarie perché l’obiettivo comune è puntare al cuore del problema, che sono i profitti di scafisti e trafficanti. E lo stiamo facendo seguendo quella straordinaria intuizione di due grandi giudici italiani, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, che è riassunta nelle parole 'follow the money' e che è diventata un modello internazionale. Altrettanto cruciale, in questo senso, è il rafforzamento della cooperazione di Europol e Eurojust con i Paesi terzi". "Stiamo lavorando, insieme, anche per affrontare le cause profonde della migrazione e garantire così il diritto a non dover migrare - continua Meloni - Ciò vuol dire costruire un modello di cooperazione con le Nazioni di origine e transito dei flussi migratori, affinché possano prosperare con le risorse che possiedono. E sono molto felice, da questo punto di vista, dell’ottima collaborazione avviata con il Regno Unito nell’ambito del Processo di Roma, soprattutto sul fronte dei rimpatri volontari assistiti. Ma combattere l’immigrazione illegale significa, anche, favorire quella legale, e riaffermare il principio che spetta ad ogni Nazione, e non ai trafficanti, decidere chi deve entrare e chi no sul proprio territorio". (PO / Roc)

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