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direttore Paolo Pagliaro

GIUBILEO DEGLI AMMALATI
PAPA A SORPRESA IN PIAZZA

GIUBILEO DEGLI AMMALATI <BR> PAPA A SORPRESA IN PIAZZA

Papa Francesco a sorpresa in Piazza San Pietro, al termine della messa in occasione del Giubileo degli Ammalati e del mondo della sanità, celebrata da mons. Rino Fisichella. Portato con la sedia a rotelle, ha affermato: "Chiedo al Signore che questo tocco del suo amore raggiunga coloro che soffrono e incoraggi chi si prende cura di loro". Poi, il pensiero ai lavoratori del settore sanitario: "Prego per i medici, gli infermieri e gli operatori sanitari, che non sempre sono aiutati a lavorare in condizioni adeguate e, talvolta, sono perfino vittime di aggressioni. La loro missione non è facile e va sostenuta e rispettata", auspicando che "si investano le risorse necessarie per le cure e per la ricerca, perché i sistemi sanitari siano inclusivi e attenti ai più fragili e ai più poveri".

Il pontefice, inoltre, ha affermato: "Certamente la malattia è una delle prove più difficili e dure della vita, in cui tocchiamo con mano quanto siamo fragili", poiché essa "può arrivare a farci sentire come il popolo in esilio, o come la donna del Vangelo: privi di speranza per il futuro. Ma non è così. Anche in questi momenti, Dio non ci lascia soli e, se ci abbandoniamo a Lui, proprio là dove le nostre forze vengono meno, possiamo sperimentare la consolazione della sua presenza". Dopo aver rinnovato la necessità di avere fiducia in Dio, Bergoglio ha ricordato anche la testimonianza di Benedetto XVI sulla malattia.

"Affrontare insieme la sofferenza ci rende più umani e condividere il dolore è una tappa importante di ogni cammino di santità", ha sottolineato, e parlando ai malati: "In questo momento della mia vita condivido molto: l'esperienza dell'infermità, di sentirci deboli, di dipendere dagli altri in tante cose, di aver bisogno di sostegno. Non è sempre facile, però è una scuola in cui impariamo ogni giorno ad amare e a lasciarci amare, senza pretendere e senza respingere, senza rimpiangere e senza disperare, grati a Dio e ai fratelli per il bene che riceviamo, abbandonati e fiduciosi per quello che ancora deve venire".

Ha continuato con una riflessione: "Cari medici, infermieri e membri del personale sanitario, mentre vi prendete cura dei vostri pazienti, specialmente dei più fragili, il Signore vi offre l'opportunità di rinnovare continuamente la vostra vita, nutrendola di gratitudine, di misericordia, di speranza (cfr Bolla Spes non confundit, 11) - ha dichiarato - Vi chiama a illuminarla con l'umile consapevolezza che nulla è scontato e che tutto è dono di Dio; ad alimentarla con quell'umanità che si sperimenta quando, lasciate cadere le apparenze, resta ciò che conta: i piccoli e grandi gesti dell'amore". E conclude: "Permettete che la presenza dei malati entri come un dono nella vostra esistenza, per guarire il vostro cuore, purificandolo da tutto ciò che non è carità e riscaldandolo con il fuoco ardente e dolce della compassione". (6 APR - gci)

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