Dal congresso della Lega, che si è chiuso ieri a Firenze con la conferma di Matteo Salvini a segretario fino al 2029, una proposta potenzialmente destabilizzante per il governo: quella di un ritorno dell'attuale vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei trasporti al Viminale, al posto dell'attuale ministro dell'Interno Matteo Piantedosi: "Parlerò sia con lui sia con Giorgia Meloni. Io a disposizione dell'Italia e della Lega, senza avere smanie" assicura Salvini, sottolineando che Piantedosi "è e sarà grande uomo di Stato". Ma il dibattito politico nella maggioranza ormai è innescato. “Penso sia legittimo che la Lega richieda quello che ritiene. Così come la questione starà sul tavolo del Presidente del Consiglio. Ne parleranno e vedranno. Per quel che mi riguarda piena fiducia a Piantedosi che ha fatto un lavoro egregio” le parole di Fabio Rampelli, deputato di Fratelli d’Italia, ad Agorà Rai Tre. "Proprio Salvini ha parlato di dati sull'occupazione e sull'export positivi. La situazione internazionale è delicata. Capisco le legittime aspirazioni, ma il Paese viene prima. Una cosa è l'auspicio, un'altra la realtà" afferma invece in un'intervista al Corriere della Sera il capogruppo di Forza Italia alla Camera, Paolo Barelli. Dalle fila dell'opposizione, va all'attacco il segretario di Più Europa Riccardo Magi: “Matteo Salvini avrebbe dovuto aprire il congresso della Lega chiedendo scusa a tutti gli italiani per i dazi di Trump che colpiranno duramente l’economia italiana ed europea. E invece, l’acclamato segretario, si dice 'disponibile' per un ritorno al ministero dell'Interno: in pratica Salvini scaccia Piantedosi dal Viminale e prepara il 'Papeete 2 - la vendetta': una risposta a chi dice che il governo Meloni è compatto, è stabile e non litigioso”. “Un’altra tegola sulla credibilità della nostra premier, che vuole andare a negoziare da Trump senza però avere una linea chiara, senza una idea, e a questo punto, forse senza nemmeno una maggioranza in Parlamento. Quanto a Salvini, non si capisce per quali motivi e per quali meriti pensa di essere adatto a quel ruolo. La sua esperienza al ministero dell’Interno nel Conte 1 è stata disastrosa e i casi Diciotti e Open Arms rappresentano tutt’ora una vergogna tutta Made in Italy”, conclude Magi. (Roc)
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