In una conferenza stampa al termine della riunione del Consiglio dei ministri degli Esteri della CSI, il capo della diplomazia russa, Sergei Lavrov, ha fatto il punto sullo stato delle relazioni russo-americane, rivelando inoltre i dettagli del recente scambio di prigionieri valutando le possibilità di riprendere il traffico aereo diretto tra i due Paesi. Sui rapporti con Washington, Lavrov ha spiegato che “Mosca si rende conto che gli Stati Uniti, a differenza dell'Europa, vogliono approfondire le cause profonde del conflitto ucraino”. Soprattutto, a detta di Lavrov, Washington sarebbe consapevole che “Un ritorno ai confini del 1991, come Volodymyr Zelensky continua a chiedere, è impossibile”. Dunque, l’amministrazione Trump capisce “avendolo anche pubblicamente affermato più volte” che “Zelensky dovrà fare i conti con la questione territoriale”.

Lavrov ha affermato inoltre che “I contatti tra Mosca e Washington hanno dimostrato che esiste una comprensione di fondo della necessità del dialogo e che tale approccio è possibile” anche se, ha aggiunto, “Negli Stati Uniti sono in molti, sia tra i democratici che tra i repubblicani, a non voler riprendere il dialogo tra i nostri due Paesi”. Venendo al recentissimo scambio di prigionieri tra il cittadino russo Artur Petrov e Ksenia Karelina, il capo della diplomazia di Mosca ha spiegato che l'iniziativa “È venuta da entrambe le parti” e che “Ogni gesto umanitario che coinvolga il ricongiungimento di due persone con le loro famiglie è sempre positivo” in quanto “Ciò contribuisce a creare fiducia, il che è necessario” anche se tra Usa e Russia, “ci vorrà molto tempo per ripristinarla definitivamente”. Inoltre, Lavrov ha parlato di un possibile ripristino del traffico aereo che “dovrebbe essere una conseguenza della revoca delle sanzioni contro Aeroflot”. La Russia, ha spiegato il diplomatico, ha fatto un'offerta simile agli Stati Uniti, ma non c'è stata ancora risposta. (11 APR - deg)