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direttore Paolo Pagliaro

LIBERAZIONE, A ROMA
80 EVENTI PER GLI 80 ANNI

LIBERAZIONE, A ROMA <Br> 80 EVENTI PER GLI 80 ANNI

Ottant’anni separano l’Italia di oggi da quel 25 aprile del 1945 in cui il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia proclamava l’insurrezione generale contro l’occupazione nazifascista. Una distanza temporale che sembra al contempo un battito di ciglia e un’era geologica, se misurata alla luce dei mutamenti politici, sociali e culturali che hanno attraversato la Repubblica. In questo crocevia simbolico e sostanziale, Roma, dopo averle dato i natali, si appresta a celebrare nel quartiere di San Lorenzo la Resistenza ribadendo il legame indissolubile tra l’Urbe e quelle forze che hanno liberato l’Italia in un momento storico in cui in diversi angoli del mondo i valori che hanno reso grandi le democrazie liberali occidentali sembrano essere in arretramento. L’importanza di quest’occasione e di questo anniversario sono emerse subito durante la conferenza stampa di presentazione del programma tenutasi oggi presso la Sala delle Bandiere del Campidoglio, dove sin dalle prime parole del sindaco di Roma Roberto Gualtieri e dell’assessore alla cultura Massimiliano Smeriglio è emersa la volontà di attribuire all’edizione 2025 della Festa della Resistenza un sentimento più forte, più sentito.
“Il ricco programma a San Lorenzo, che creerà un villaggio della storia della memoria in cui ci saranno più di ottanta eventi a partire da conferenze, dibattiti, lezioni, musica, teatro, rappresenta per noi un esercizio fondamentale” ha precisato in apertura della conferenza Gualtieri. “Non si tratta solo di un anniversario a cifra tonda che va ricordato. Per noi è un dovere fondamentale collegare tra loro storia e memoria. Ricostruendo vicende che concludo un triennio per il nostro Paese e per la nostra città drammatico”. L’ottantesimo anniversario della Liberazione assume dunque, in questo 2025, una forza evocativa unica per il contesto storico in cui essa si inserisce: un’epoca segnata dall’erosione delle democrazie liberali, dall’ascesa di movimenti ultraconservatori e nazionalisti, e da una diffusa crisi della memoria collettiva. Se, infatti, in Europa si riaffacciano fantasmi del passato, tra revisionismi e nostalgie velenose, anche in Italia si fa più urgente riaffermare il significato autentico della Resistenza come atto fondativo della Repubblica e dei suoi valori costituzionali. Roma è dunque il teatro perfetto. La Città Eterna infatti, come ricorda l’assessore alla cultura Massimiliano Smeriglio, “è dove la Resistenza nasce sul campo. Nasce tra l’8 e il 10 settembre del ’43 a Porta San Paolo dove si è combattuto e dove i militari non si sono girati dall’altra parte unendosi agli antifascisti”.
Roma è però anche un simbolo per le sue “fatiche”. “È una città che ha sofferto – ricorda Smeriglio – Ha sofferto per il 16 ottobre per la deportazione di 2.000 ebrei dal ghetto, ha sofferto con la deportazione del Quadraro, con la strage infame delle Fosse Ardeatine, con le fucilazioni di Forte Bravetta e di Pietralata. È una città che ha sofferto in quei nove mesi. Ed è una città che ha combattuto. Non è un caso che i nazifascisti non dettero mai la notizia delle Fosse Ardeatine, se non per un comunicato scarno”. C’è dunque “una responsabilità morale”, così la definisce Smeriglio, rispetto alle persone che hanno liberato il nostro Paese, sulla quale l’amministrazione cittadina si è basata per redigere il programma della Festa.
“Sono rimasto stupito dalla ricchezza articolata di nomi del programma di quest’anno”, ha commentato Corrado Augias. “L’ho interpretata – ha aggiunto – tanto come un buono che un cattivo segno. Buon segno perché 80 anni sono una cifra importante. Cattivo perché la ricchezza di partecipazione e la spontaneità con la quale molti hanno aderito, me incluso, fa capire che sentiamo tutti quanto sia necessario farlo” evidenziando, per contrasto, il sentimento diffuso che alcuni valori fondamentali possano essere ormai in pericolo. “Sentiamo che bisogna manifestare il nostro attaccamento a quelli che allora furono non soltanto il coraggio civile, militare e morale di chi partecipo alla resistenza, ma anche la necessità di garantire una libertà che era stata negata per tanti anni”. “Considerato quello che sta accadendo nel mondo – ha continuato Augias - ovvero un momento di passaggio che non ha precedenti in anni recenti, la necessità di ritrovarsi e di stringersi intorno a dei valori comuni diventa urgente, e questo spiega l’abbondanza delle partecipazioni”. Così come diventa urgente coinvolgere le nuove generazioni, quei giovani e quelle giovani che per questioni anagrafiche non hanno avuto né modo né tempo di interiorizzare quei valori così importanti per la Repubblica. “Aldilà della Festa – ha dichiarato da parte sua il sindaco di Roma Roberto Gualtieri - il nostro lavoro si è sempre caratterizzato per una forte attenzione al tema della storia e della memoria. Per questo lo facciamo tutto l’anno con i viaggi della memoria e iniziative di divulgazione. Non dei momenti rituali ma di comprensione. Da questo punto di vista, e lo dico da professore di storia, i territori hanno grandi opportunità. Accompagnare la lezione con la fisicità del luogo è molto diverso. Poter dire ai ragazzi che lì dove si trovano per seguire la lezione si sono consumati i fatti storici di cui leggono nei libri rende la lezione meno astratta. Penso ad esempio al ricordo delle Fosse Ardeatine con la lettura dei nomi e la visione di quei volti. È in questo caso che le politiche culturali diventano ancor più importanti di quelle per i rifiuti, per il traffico o per i trasporti”. (14 APR - sem)

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