Il presidente americano Donald Trump non abbassa i toni dello scontro, per il momento solo verbale, con l’Iran. Ieri sera, nel corso di una conferenza stampa alla Casa Bianca, insieme al presidente di El Salvador, Nayib Bukele, il tycoon ha infatti accusato la Repubblica islamica di “star prendendo in giro” i delegati americani impegnati nei negoziati sulle armi nucleari, negoziati il cui primo round di discussioni è avvenuto questo fine settimana in Oman. “Abbiamo avuto un incontro con loro sabato. Ne abbiamo un altro in programma sabato prossimo. È un sacco di tempo – ha detto Trump - Quindi penso che potrebbero contattarci”. In ogni caso, ha aggiunto, “Risolverò il problema dell'Iran. Se dovremo fare qualcosa di molto duro, lo faremo”. “È quasi una cosa facile”, ha aggiunto The Donald, sottolineando che “L'Iran deve sbarazzarsi del concetto di arma nucleare. Non può avere un'arma nucleare. Voglio che siano una nazione ricca e grande – ha spiegato -. L'unica cosa è una sola, semplice, è davvero semplice: non possono avere un'arma nucleare. E devono farlo in fretta. Perché sono abbastanza vicini ad averne una. E non la avranno mai. E se dobbiamo fare qualcosa di molto duro, lo faremo", ha promesso. "E non lo faccio per noi – ha aggiunto -. Lo faccio per il mondo. Queste sono persone radicalizzate e non possono avere un'arma nucleare".
Quindi, allorché un giornalista gli ha chiesto se con l’espressione “qualcosa di duro” s’intenda un potenziale attacco alle strutture nucleari iraniane, Trump ha confermato: “Certo che sì”. Quindi ha dichiarato di ritenere che l’Iran “ci stia sfruttando perché sono abituati ad avere a che fare con gente stupida in questo Paese" ribadendo quindi che “i negoziati devono procedere rapidamente”. Da parte sua l'inviato speciale degli Stati Uniti in Medio Oriente, Steve Witkoff, sembra favorevole a una strategia negoziale che veda confermato un elemento chiave dell'accordo sul nucleare iraniano del 2015, firmato durante l'amministrazione Obama, come punto di riferimento per gli attuali colloqui che sta tenendo con Teheran. Tale accordo, abbandonato da Trump nel 2015, impediva all'Iran di arricchire il suo uranio oltre un certo limite, rendendo così impossibile alla radice la costruzione di armi nucleari. Va detto che Israele è totalmente contrario a una simile ipotesi, che limita l'arricchimento dell'uranio da parte dell'Iran piuttosto che smantellarne del tutto il suo programma nucleare.
In ogni caso, Witkoff ha affermato che il prossimo round di colloqui con l'Iran si concentrerà sulla “verifica del programma di arricchimento e poi, in ultima analisi, sulla verifica della sua militarizzazione”. A cominciare, ha aggiunto, dall’apparato missilistico e dalla sua capacità di lanciare testate nucleari. “Siamo qui per vedere se possiamo risolvere questa situazione diplomaticamente e con il dialogo. Il primo incontro è stato positivo, costruttivo e stimolante”, ha affermato ancora Witkoff. Quando gli è stato chiesto se saranno gli ispettori statunitensi (e non quelli delle Nazioni Unite) a verificare che l'Iran rispetti l'eventuale accordo raggiunto, Witkoff non ha però fornito alcuna risposta. (15 apr - deg)
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