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GARLASCO, 18 ANNI DOPO
OGGI SI CERCA L’ARMA

GARLASCO, 18 ANNI DOPO <BR> OGGI SI CERCA L’ARMA

A Tromello, a 3 km da Garlasco, nel pavese, sono terminate per oggi le ricerche nel canale a ridosso di via Fante d'Italia dove si presume che sia stata gettata l’arma che 18 anni fa uccise Chiara Poggi. Le idrovore sono state spente. I mezzi di aspirazione, a quanto si apprende, sono arrivati al fondo melmoso. Non è chiaro quale sarà il prossimo passo e quanto dureranno le operazioni. Vero è che le ricerche si stanno concentrando in una zona davvero molto circoscritta. Secondo le indiscrezioni raccolte, al momento non è stato rinvenuto alcunché di utile alle indagini, ma si tratta di voci non ufficiali. Le attività si concentrano tra via Battisti, via Montenero e via Marconi, dove un tubo è stato posizionato per far defluire l’acqua del canale nel sistema fognario attraverso un tombino, appositamente aperto dai Vigili del Fuoco. Il canale, profondo circa 60 centimetri, largo altrettanto e con un fondo melmoso, non era mai stato considerato rilevante nelle precedenti indagini. L’operazione, coordinata dai Carabinieri di Vigevano, con il supporto della Protezione Civile e dei Vigili del Fuoco, potrebbe proseguire fino a sera. Secondo gli inquirenti, lo scolo verrà completamente svuotato per consentire un’esplorazione del fondale alla ricerca dell’arma del delitto. Il traffico locale ha subito alcune deviazioni: via Montenero è stata chiusa, creando disagi ad alcuni ragazzi scesi dal bus n. 167, che hanno dovuto cercare percorsi alternativi. Alcuni di loro si sono fermati incuriositi a scattare foto e porre domande agli operatori per qualche minuto.

Era il 13 agosto 2007 quando il corpo senza vita di Chiara Poggi, 26 anni, fu ritrovato nella villetta di famiglia in via Pascoli a Garlasco, in provincia di Pavia. A fare la scoperta e a chiamare i soccorsi fu l’allora fidanzato, Alberto Stasi. Disse di essersi recato da Chiara perché non rispondeva al telefono. In casa, da sola mentre i genitori erano in vacanza, Chiara fu trovata ai piedi della scala che conduceva alla cantina, con il cranio fracassato. L’autopsia stabilì che l’omicidio era avvenuto tra le 10:30 e le 13:00. Le prime fasi dell’indagine furono segnate da anomalie: le scarpe di Stasi non vennero sequestrate subito, le impronte digitali della vittima non furono rilevate tempestivamente e il corpo non fu pesato, impedendo di definire meglio l’orario del decesso. Stasi fu arrestato per la prima volta il 24 settembre 2007, ma rilasciato poco dopo. Il processo con rito abbreviato si aprì nel 2009. Assolto in primo grado e in appello, fu condannato a 16 anni nel 2014, dopo che la Cassazione aveva annullato l’assoluzione. La sentenza divenne definitiva il 12 dicembre 2015. Oggi Stasi sta scontando la pena nel carcere di Bollate, in regime di semilibertà. Nel frattempo, l’inchiesta ha preso una nuova direzione: nel 2016 è emersa una traccia di DNA sotto le unghie della vittima. All’epoca non analizzabile con precisione, oggi è stato possibile esaminarla grazie a nuove tecnologie. L’11 marzo 2025, Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara, ha ricevuto un avviso di garanzia. Due giorni dopo è stato sottoposto a prelievo del DNA dai RIS di Milano. La mattina del 14 maggio 2025, i Carabinieri hanno perquisito la sua abitazione, quella dei suoi genitori e quelle di due conoscenti. Secondo fonti investigative, l’attenzione si concentra ora sull’individuazione dell’arma del delitto, mai ritrovata, che potrebbe trovarsi proprio nel canale ora sotto ispezione a Tromello.

NELLA FOTO: Tromello “chiusa” per le operazioni dragaggio del canale in cui si crede sia stata gettata l’arma del delitto Poggi. (14 mag – red)

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